Potenza, il degrado di via Cavour penalizza cittadini e attività commerciali

7 marzo 2016 | 17:59
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Potenza, il degrado di via Cavour penalizza cittadini e attività commerciali
Potenza, il degrado di via Cavour penalizza cittadini e attività commerciali
Potenza, il degrado di via Cavour penalizza cittadini e attività commerciali

La città o meglio la vita dei cittadini come dei titolari di attività economiche non può essere “ostaggio” di interessi particolari e privati. Ad affermarlo è il segretario cittadino di Potenza di Italia Unica Fabio Dapoto che si fa interprete del dissenso dei cittadini di via Cavour zona centrale della città da poco interessata da un importante complesso edilizio realizzato da due imprese che hanno autonomamente sistemato i loro primi container per la vendita immobiliare proprio al centro tra la nuova via Cavour e la vecchia via Cavour. Questo – precisa- di fatto penalizza tutte le attività che ormai da cinquanta anni si trovano sulla cosiddetta vecchia via Cavour. Non solo problemi alle attività commerciali ma sopratutto forti disagi per i residenti costringendoli a vivere in una vera e propria situazione di degrado urbano con una discarica a cielo aperto di materiale da cantiere, container abbandonati, reti metalliche pericolose, pietrisco e opere di scarico delle acque piovane sempre otturate a causa di questi materiali sabbiosi presenti. Dapoto evidenzia che ci sono numerose denunce da parte dei cittadini all’Amministrazione Comunale e varie petizioni presentate ma tutto tace. Da segretario cittadino di Italia Unica, movimento nato principalmente per dare voce ai cittadini che non si riconoscono più in partiti tradizionali – afferma Dapoto – faccio un appello al sindaco , ai consiglieri e alla giunta dicendo che i veri problemi della città sono anche questi e non certamente organigrammi di assessorati e intese con il Pd. Specie da come si affrontano questi aspetti legati alla vita della nostra comunità dipende il governo del capoluogo di regione che non può permettersi di offrire un’immagine degradata e tanto meno di “cessione” di responsabilità amminstrative ad altri.