Pm antimafia: “Libera non è affidabile”. Don Ciotti: “Fango fa il gioco dei mafiosi”

14 gennaio 2016 | 13:00
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Pm antimafia: “Libera non è affidabile”. Don Ciotti: “Fango fa il gioco dei mafiosi”
Pm antimafia: “Libera non è affidabile”. Don Ciotti: “Fango fa il gioco dei mafiosi”
Pm antimafia: “Libera non è affidabile”. Don Ciotti: “Fango fa il gioco dei mafiosi”
Pm antimafia: “Libera non è affidabile”. Don Ciotti: “Fango fa il gioco dei mafiosi”

E’ un attacco molto duro quello del pm antimafia Catello Maresca nei confronti di Libera, associazione, anch’essa antimafia, fondata nel 1995 da don Luigi Ciotti. Ed è un attacco che colpisce al cuore chi in tutti questi anni ha collaborato con l’associazione o ha semplicemente creduto in essa e vi si è rivolto per trovare un sostegno contro la reale minaccia delle mafie. Il magistrato della Procura di Napoli, in un’intervista pubblicata oggi sul settimanale Panorama, ‘accusa’ Libera di gestire i beni “attraverso cooperative non sempre affidabili”. “Io ritengo -dice Maresca-che questa antimafia sia incompatibile con lo spirito dell’antimafia iniziale”. Parole durissime quelle del pm, in prima linea nella lotta ai Casalesi e nella cattura dei boss Michele Zagaria e Antonio Iovine, che hanno scatenato l’ira del fondatore dell’associazione che da anni si batte contro tutte le mafie. Don Luigi Ciotti, che proprio ieri è stato ascoltato dalla Commissione antimafia presieduta da Rosy Bindi, ha fatto sapere che denuncerà Maresca. “Noi questo signore lo denunciamo domani mattina- ha annunciato il sacerdote- abbiamo deciso di farlo. Uno tace una volta, due volte, tre volte, ma poi si pensa che siamo nel torto. Il fango fa il gioco dei mafiosi”- ha tuonato don Ciotti. Il sacerdote ha poi ricordato che “per la gestione dei beni confiscati Libera non riceve contributi pubblici, le associazioni ricevono in gestione i beni, Libera non riceve alcun bene. Libera promuove, agisce soprattutto sulla formazione. Sono pochissimi i beni assegnati a Libera, che gestisce solo 6 strutture, di cui una a Roma e una a Catania, su 1600 associazioni che la compongono. È in atto una semplificazione per demolire il percorso di Libera con la menzogna”. Il fondatore di Libera, rispondendo ai membri della commissione ha ammesso: “il tema dell’infiltrazione è reale: le nostre rogne sono iniziate con i 17 processi in cui siamo parte civile, lì ci sono situazioni complesse. Altri problemi vengono dalle cooperative: abbiamo scoperto che alcune situazioni erano mutate, siamo dovuti intervenire”. Incomprensibili le parole del pm per i tanti volontari di Libera e per i suoi sostenitori, incomprensibili anche alla luce di quanto fatto in tutti questi anni. L’associazione è nata il 25 marzo 1995 con “l’intento di sollecitare la società civile nel contrasto alle mafie e nella promozione della legalità democratica e della giustizia”. La prima iniziativa è stata la raccolta di un milione di firme per una proposta di legge che prevedesse il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, che poi venne tradotta in norma con la legge 7 marzo 1996 n. 109. Da allora tante le iniziative messe in campo da Libera fino a diventare un punto di riferimento stabile di quanti hanno detto e dicono “no” alle mafie.