Il Pd attacca il M5S ma si tiene stretti i condannati e i governatori indagati

13 gennaio 2016 | 16:42
Share0
Il Pd attacca il M5S ma si tiene stretti i condannati e i governatori indagati

Il Pd si è lanciato sulla vicenda Quarto diffondendo menzogne e usando pezzetti di frasi di intercettazioni telefoniche per montare teoremi vergognosi contro il M5s. Il partito di Renzi chiede addirittura le dimissioni dei parlamentari Di Maio e Fico perché secondo loro sarebbero stati a conoscenza dei ricatti e delle minacce subìte dal sindaco di Quarto Rosa Capuozzo da personaggi che secondo la magistratura sarebbero vicini a un clan camorristico. Come tutti sanno, Di Maio e Fico non sapevano nulla delle minacce e dei ricatti ed è dimostrato dalle copie originali dei messaggi tra la Capuozzo, Di Maio e Fico, ma il Pd usando la stampa amica sta tentando di falsare tutto. Renzi, poi, si è lasciato andare sostenendo che adesso “I 5 stelle sono un partito come tutti gli altri”. Gli piacerebbe. Ha lui nel Pd centinaia di amministratori indagati, condannati e collusi, che si tiene stretti nel partito, e vorrebbe che il M5s faccia altrettanto. Noi siamo un’altra cosa: il sindaco di Quarto Rosa Capozzo non è neanche indagata e noi, solo per il fatto che non ha denunciato alla magistratura le minacce e i ricatti, l’abbiamo espulsa dal M5s e le abbiamo chiesto di dimettersi. Il Pd invece si tiene dentro prevalentemente gli indagati e i condannati, due esempi su tutti: i governatori De Luca e Pittella in Campania e Basilicata. Entrambi condannati e indagati per vicende molto serie governano e sono i riferimenti principali di Renzi nelle due regioni. E come loro ci sono centinaia di casi in tutta Italia. I condannati e gli indagati hanno in mano il Pd. Sono quelli che hanno più voti e potere clientelare e che hanno fatto vincere le primarie a Renzi per poi portarlo alla Presidenza del consiglio. 

Piernicola Pedicini Portavoce eurodeputato del M5s al Parlamento europeo