I rifiuti di Gela e Crotone in Valbasento?

26 gennaio 2016 | 19:09
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I rifiuti di Gela e Crotone in Valbasento?
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I rifiuti di Gela e Crotone in Valbasento?
I rifiuti di Gela e Crotone in Valbasento?
I rifiuti di Gela e Crotone in Valbasento?
I rifiuti di Gela e Crotone in Valbasento?

Fusti interrati, veleni che scorrono in falda, e risorse idrichea rischio per tempi molto lunghi. É la Valbasento, Sito di interesse nazionale in attesa di bonifica (Sin), attraversato dal primo fiume lucano che tutto raccoglie, dipanandosi verso la Piana di Metaponto tra aree agricole e allevamenti.

Piomboinspiegabile? Nel gennaio 2008 la Metapontum Agrobios (Agrobios, ndr), nata come partecipata tra Regione Basilicata ed Eni spa, e oggi dopo vari passaggi inglobata per scelta politica nell’Agenzia di protezione ambientale lucana Arpab (il controllato assunto dal controllore?), nel Rapporto sulla caratterizzazione di suolo sottosuolo e acque di falda riporta solfati nella norma da 8 e 232mg/l (limite 250, ndr) nell’acqua prelevata alla barriera idraulica a monte del Sin, e in alcuni piezometri contaminazione da manganese a 83,4µg/l su limite 50, selenio a 119µg/l su limite 10, e piombo a 12,31µg/l su limite 10. Nelle analisi dell’acqua di falda alla barriera idraulica a valle del Sin (dopo Pisticci scalo, ndr) i solfati erano risultati invece superiori alla soglia di contaminazione, con un picco di 4.138, e pure metalli come selenio, manganese, ferro e piombo. Agrobios ipotizzò una origine citogenetica di selenio e manganese (non si capisce il ferro, ndr), dovuta all’abbondanza di tali elementi nel suolo. Sul pericolosissimo piombo riscontrato in altri contesti petrolizzati lucani, e di cui Eni stessa ammette di produrlo come inquinamento, nemmeno una riga.

Agrobios evita diparlare della sua exproprietaria?Chi ha interesse afferma che in Valbasento solfati e manganese sono naturali, per Eni anche cadmio e rame. Certo a Salandra Scalo c’è la ex Centrale desolforazione Eni di cui Agrobios non scrive nulla. Arpab invece dal 2010 al 2013 accerta contaminazione da solfati in tutti i piezometri, con picco 14 volte oltre limite e andamento crescente negli anni. Risultarono 18mila metri cubi di terreni contaminati da idrocarburi leggeri e pesanti, cadmio (naturale?), mercurio e pcb. In falda solfati, manganese, piombo e selenio per dieci ettari. Poco più a valle, nei pressi dell’area diaframmata o Syndial (Eni, ndr) a Ferrandina i solfati per Agrobios si riducono, andando dall’assenza a 185. Arpab addirittura non ne trova traccia. Più a valle ancora però, a Pisticci Scalo, tornavano a salire vertiginosamente, sino a18 volte oltre la concentrazione ammissibile. E otto chilometri più a valle dell’area Sin di Pisticci, all’altra barriera idraulica, le acque sotto terra risultavano contaminate da solfati boro e manganese (foto1) da 2 a 14 volte oltre i limiti, ma lì Arpab monitorò solo nel 2010. Arpab spiega gli elevati valori di solfati e manganese di probabile origine naturale. Ma perché il manganese nel 2005 da Salandra a Ferrandina è meno di 10µg/l (passa oltre 1.000 nel 2006, ndr) e a Pisticci risulta sino al 2013 poco sotto i 10.000? Mille o cento volte superiore alle aree più a monte è un bel salto quantitativo. A quale valore di fondo ci rimettiamo?

A Ferrandina nella falda c’è di tutto. Nell’area diaframmata i veleni sono altri. Diffuso inquinamento da sostanze organo alogenate e benzene. Per Agrobios “particolarmente preoccupante” è la presenza di cloruro di vinile, 1,2dicloroetano, tetracloroetilene, esaclorobutadiene, tricloroetilene, 1,2dicloropropano, 1,2,3 tricloropropano, e sostanze del gruppo degli alifatici alogenati cancerogeni. Una contaminazione che può “compromettere la qualità delle risorse idriche per tempi molto lunghi” dice. La principale via di rimozione degli idrocarburi alogenati a Ferrandina è la “dealogenazione riduttiva”, quando l’ossigeno disciolto non supera mai il suo valore di solubilità in acqua. In poche parole la produzione di sostanze di degradazione più tossiche dei solventi da cui si originano. Stiamo allegri dunque. Per Agrobios c’è una fonte di contaminazione, ma per capirla meglio bisogna riprendere uno studio del Cnr che quatto anni prima tra Ferrandina e Pisticci s’occupò di inquinamento dovuto a rifiuti sotterrati e metalli pesanti, scrivendo che nell’area ferrandinese c’erano alte concentrazioni di cobalto, piombo e zinco associate a valori elevati di suscettibilità magnetica. Arpab e Agrobios hanno attenzionato questi metalli? Agrobios trova zinco solo in un sondaggio al canale di scarico della ex chimica Ferrandina, 1.215mg/kg su limite 150.

Fusti sottol’area Syndial e la Pista Mattei? Certo a Ferrandinarisultati interessanti il Cnr li ha in un’area che ricade in area Syndial (foto2). Due intense anomalie con gradienti magnetici sino a 10mila nanoTesla su metro (per la letteratura scientifica 12 fusti interrati producono un valore di 260nanoTesla/metro, ndr). Valori elevati probabilmente dovuti alla presenza di fusti con grande magnetizzazione depositati nel sottosuolo tra 20cm e due metri scrivono. Grande magnetizzazione associata al cobalto? L’Antimafia ha accertato la mala gestione di scorie radioattive a Rotondella e la Valbasento tra i luoghi di seppellimento, e nel ’75 l’Enea in cui ha operato la Combustibili Nucleari spa di Agip scrisse di capsule contenenti Cobalto-60 come celle impiegate per la fabbricazione di dispositivi radioattivi o la fabbricazione di elementi di combustibile presso l’Itrec. Un problema, i fusti e la grande magnetizzazione,presentepureperla Pista Matteidi Pisticcidove oggi si preferisce parlare di aerei benché i Carabinieri ne sconsigliarono il dissequestro. Problemi di sistemazioni di bidoni radioattivi e di piste che Syndial ha anche in Veneto, Puglia, e altre regioni. Già nel ’97 un report riservato ricordò alte concentrazioni di plutonio239 nei sedimenti prelevati a 150m. di profondità a 5km dalla foce del Basento (oltre i 123Bq/m2, ndr). E solo pochi giorni fa abbiamo riportatoanomalie alla sua foce.

Tecnoparco: “un’aziendapulita” circondata di veleni?Nel 2014 Tecnoparco Valbasento spa consegna le considerazioni sullo stato del Sin Valbasento. Ricorda che di 34 km quadrati iniziali restavano quattrocento ettari inquinati, 560 campi di calcio come San Siro, con una diffusa contaminazione della falda da solfati e manganese di “probabile origine naturale”, e da sostanze organoclorurate di “sicura origine antropica”. Nei suoli di Ferrandina inquinamento da mercurio e idrocarburi policiclici aromatici (Ipa, ndr), a Pisticci idrocarburi pesanti e pcb. Nelle acque prelevate dalla falda “diffuso inquinamento” da solfati e manganese (le ultime ricerche constatano un incremento di manganese nel midollo spinale di pazienti affetti da SLA ), e poi arsenico, ferro, selenio, piombo, e composti organoclorurati tipo cloruro di vinile e tricloroetilene con valori elevati nell’area diaframmata di Ferrandina ma riscontrati lungo tutto l’asse parallelo al fiume Basento sino a monte di Pisticci Scalo. Circostanza che fa dire a Tecnoparco che l’inquinamento arriva da Ferrandina e il suo impianto non ha mai dato problemi in suolo e acqua. Eppure tra aria (e ricaduta al suolo) e acqua solo il Registro europeo rifiuti in dieci anni riporta superamenti di soglia annuale per varie sostanze (foto3).

Arpab è sempre rimasta lontanada Tecnoparco. Dei dati Arpab arrivati a noi sui monitoraggi delle acque sotterranee dal 2009 al 2014 per Tecnoparco in sei anni risultano solo campionamenti nel febbraio 2012. Perché un ente pubblico monitora così un centro che smaltisce milioni di chili di rifiuti tossici? Ma non è un caso isolato nell’area. Nei campionamenti riscontra fuori limite nel piezometro a monte in senso idraulico il manganese, a 216µg/l (63 in quello a valle, ndr). Sempre nel piezometro più a monte fuori legge trova i solfati a 1.328mg/l (1.124 a valle, ndr), e poi 5,5µg/l di triclorometano su limite 0,15 (1,4 a valle, ndr). A valle registra inquinanti come dicloroetano sino a 2,9 su limite 3, cloruro di vinile a 0,63 su limite 0,5, dicoloroetilene con limite 0,05µg/l a 158 (95 a monte, ndr), tricloroetilene con limite 1,5 a 890µg/l (174 a monte, ndr), tetracloroetilene con limite 1,1µg/l a 1,7, dicloroetilene con limite 60µg/l a 74, dicloropropano con limite 0,15µg/l a 0,99, e tricloroetano con limite 0,2µg/l a 0,95 (0,48 a monte, ndr). Non oltre i limiti a valle riscontra quantità maggiori di inquinanti come idrocarburi totali a 116 (70 a monte, ndr), piombo, cadmio, e rame. Ma è colpa di quello che viene da Ferrandina.

Idrocarburi, metalli, e alifaticicancerogeni da uno scarico?Nel 2011 però, allo scarico di Tecnoparco di Pisticci vennero fuori oltre i limiti per gli scarichi in acque superficiali idrocarburi totali, su limite 5mg/l si registrò 10, rame su limite 0,1mg/l a 0,36, cadmio su limite 0,02mg/l a 0,027, azoto nitroso su 0,6mg/l a 0,75 e azoto nitrico su limite 15mg/l a 23,3. I sedimenti in prossimità dello scarico avevano quantità significative di idrocarburi, piombo, cromo, nichel, rame, cobalto e arsenico ma solo gli idrocarburi superarono il limite di 50mg/kg per i suoli a uso verde pubblico (60, ndr). Affianco al canale marrone e puzzolente dove vennero prelevati i terreni ci sono campi coltivati e pascolano vacche (foto4). L’anno dopo fu Legambiente nazionale ad analizzare lo scarico (foto5), e consapevole d’aver a che fare con un centro di smaltimento rifiuti petroliferi in quantità stratosferiche non analizzò idrocarburi. Oltre i limiti finirono metalli pesanti come boro (che ritroviamo nella barriera a valle), alluminio, ferro e zinco, e presenti erano cobalto, vanadio, molibdeno. Poi alifatici clorurati cancerogeni come triclorometano, e alifatici alogenati cancerogeni come tribrorometano, dibromoclorometano e bromodiclorometano, nemmeno menzionati nella legge per lo scarico in acque superficiali. Alcune di tali sostanze hanno permesso alla Dda di Napoli di sequestrare pozzi di acqua di falda inquinati dalla camorra per sversamenti illeciti di rifiuti tossici nella provincia partenopea. Se l’area Syndial di Ferrandina è fonte di inquinamento, Tecnoparco, dove pure Eni e Syndial portano rifiuti, non scherza con idrocarburi metalli e alifatici cancerogeni.

Le acque al cloruro di vinilee tricloroetilene sono usate? Nel 2011 Tecnoparco sa che la falda è intossicata. Stando a quanto scrive il tricloroetilene rilevato nel piezometro a monte dell’impianto aumenta del 130% quando viene tirata su acqua ma alla fine dell’operazione decresce. A valle invece alla fine delle operazioni di emungimento incrementa del 44%, ma la concentrazione di questa sostanza considerata dallo Iarc per carncerogenicità su fegato, vie biliari, e sospetta relazione con linfomi non Hodgin, in quattro anni aumenta del 500%. L’1,1-dicloroetilene spesso riscontrato nei pressi di siti di rifiuti pericolosi dice l’Organizzazione mondiale della sanità, con a lungo termine effetti su reni e fegato (fa parte degli idrocarburi alogenati in cui rientrano altre sostanze trovate che causano un ampio spettro di disfunzioni epatocellulari, ndr),supera di quattromila volte il limite (foto6). Queste acque che scorrono sotto un fiume sono usate? Tecnoparco le ha classificate come rifiuti liquidi acquosi e concentrati acquosi prodotti dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, con Codice europeo rifiuto (Cer, ndr) 191308 per non pericolosi (per i pericolosi è 191307), e smaltite nel suo impianto. Come sono state decontaminate prima di finire nell’impianto? È normale che trattando alifatici cancerogeni che arrivano da monte li si trovi poi allo scarico di chi deve eliminarli nel trattamento?

Quante acque inquinate sono state smaltite? In una prova nel 2010 portano a Tecnoparco 7.256.060 chili di queste acque, ma Tecnoparco ricorda che dal 2011 al 2013 ne sono state emunte e smaltite nel suo impianto “ben 116.294 metri cubi”. Nel 2011 arrivano 38.755 metri cubi, circa 38 milioni (mln, ndr) di chili. Nel modello di dichiarazione ambientale (mud, ndr) risultano quell’anno con Cer 1913908 complessivamente smaltiti 22.726.759 chili, e consegnati dalla Ricciarelli spa che le succhia dai pozzi w1 e w2 di Pisticci scalo 7,4mln. Nel 2012 quando Legambiente accerta l’emissione di alifatici cancerogeni dallo scarico si smaltiscono le maggiori quantità. Parliamo di 88mln di chili complessivi con questo Cer. Tecnoparco scrive che sono 41.470 i metri cubi di acque di falda arrivate dal Sin Valbasento (circa 40mln), nei mud risulta che la Ricciarelli ne ha consegnato 37,8mln. Nel 2013 si parla di 36.069 metri cubi (circa 35mln di chili, ndr) di acque tossiche valbasentane, nei mud in totale di 24.908.786 chili per questo Cer, e la Ricciarelli ha consegnato 11.321 chili dal pozzo w2 e 22.425 dal pozzo w1-a. Un registro rifiuti Arpab relativo al 2013 che doveva servire a monitorare la movimentazione rifiuti, riporta 58.622.220 di chili complessivamente smaltiti, e che la Ricciarelli di chili ne ha portati 13,5mln.

I rifiuti di Gelae Crotone nelle falde basentane?Le centinaia di milioni di chili di questo tipo di rifiuti arrivati tra 2011 e 2013 a Tecnoparco, secondo i mud visionati, arriverebbero da aree Sin della Campania, Calabria e Sicilia. Soprattutto dall’ex Sin di Crotone, oggi conosciuta come città dove i ragazzi crescono a rame, piombo e zinco, e da Gela, all’attenzione pubblica per animali e bimbi nati malformi e l’aumento di tumori. In entrambe le città dei veleni, come sono state chiamate queste meraviglie del Sud, Eni è protagonista, come protagonista è dei rifiuti che porta a Tecnoparco tra petroliferi e di ex poli petrolchimici. Per Crotone nel 2012 il tribunale di Milano si pronunciò  in favore di un risarcimento di oltre 50mln di euro che Eni avrebbe dovuto pagare per il danno ambientale prodotto nell’area  ex Pertusola Sud. Per Gela è a processo per l’inquinamento causato in 50anni dal petrolchimico. In Valbaesento dove danni ambientali ne ha fatti il polo petrolchimico (Centrale desolforazione, Liquichimica, Anic, Centro oli, pozzi di petrolio e gas e relativi rifiuti, ndr), si sta spostando l’inquinamento pesante prodotto in altri luoghi?