L’arte di Amikò scava nel cielo

31 dicembre 2015 | 17:39
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L’arte di Amikò scava nel cielo
L’arte di Amikò scava nel cielo
L’arte di Amikò scava nel cielo
L’arte di Amikò scava nel cielo
L’arte di Amikò scava nel cielo
L’arte di Amikò scava nel cielo

Ho visitato la personale di Pittura e Scultura di Amikò. Si chiude oggi 31 dicembre 2015. Lui parla di tempo a divenire. Segna le sue opere in questa dimensione: il divenire. Eppure ho avuto la sensazione che si trattasse di ulteriorità. Un’arte anarchica, descrivibile e indescrivibile. Tuttavia segnata da un futuro necessario. La tristezza positiva contraddistingue molte delle opere dell’artista. Una tristezza che media con il futuro, non sogni, ma desideri. Un dialogo inquieto tra presente e divenire analogico. Amikò è un minatore che scava nel cielo, nel mare, nell’aria. Esita a picconare la terra, già fragile e indifesa. Egli è l’artista del bar che ti spiega come funzionano le idee inutili, quelle che scaraventano il panico nella banalità del quotidiano. Amikò è un artista che racconta l’inesorabile deriva dell’uomo ingabbiato e imbavagliato dalle sue stesse mani tremanti. L’orizzonte descritto dalla materia plasmata senza ragione, sancisce l’anima dell’umanità che dovrebbe essere umana e perciò intelligente. Il divenire è oggi. Oggi, domani sarà tardi. Grazie Amikò. Il passato, con te, diventa, indicativo del futuro.