Il Comune di Potenza e quelle pentole senza coperchio

23 dicembre 2015 | 17:41
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Il Comune di Potenza e quelle pentole senza coperchio

Il Comune di Potenza è diventato l’esempio peggiore della politica peggiore del Paese. Due anni di assenza amministrativa, nonostante giunte, assessori e sindaco. Due anni a discutere di poltrone, di geometrie partitiche, di allineamenti ideologici. Dissesto, confusione istituzionale, timori legali. Intanto la città ha subito. Martoriata dalla mala gestione delle amministrazioni negli ultimi venti anni, abituata a darsi la zappa sui piedi da quaranta anni, Potenza, fa piangere. L’accordo De Luca –PD, provvisorio, molto provvisorio, ha origini ambigue. Da un lato la necessità del Pd, o almeno di alcuni esponenti, di evitare pericolosi scoperchiamenti di pentola sul passato. Si tratterebbe di gravi episodi. E non mi riferisco alle gossippate di questi giorni circa presunti complotti a danno di tizio o di caio. Mi riferisco a comportamenti amministrativi di marca Pd che avrebbero superato abbondantemente i limiti della legalità. La gestione del bilancio, per esempio. Dall’altro la gestione delle risorse che arriveranno a iosa grazie all’agenda europea 2014-2020 e non solo. La retorica del “bene della città”, che qualcuno favella in ogni occasione, non convince affatto. La vera questione, come al solito, risiede in altre pratiche che nulla hanno a che fare con l’estetica e la liturgia di certa politica dell’incenso. Si tratta semplicemente di soldi, gestione di soldi e di potere in vista di scenari futuri che richiedono soldi e potere. A farne le spese è la democrazia, calpestata e annullata da decisioni individuali cariche di prepotenza e di arroganza. A farne le spese sono i cittadini, ma senza che questi abbiano la minima consapevolezza. Nessuna meraviglia. L’egoismo familistico, che caratterizza una città mediocre, mediana, “moderata”, ma non morigerata, è l’ingrediente più potente per garantire a lor signori le faccende sulle quali sono affaccendati da anni.  A danno del futuro di tutti, a vantaggio del loro personalissimo presente, onnipresente.