Terrorismo: la meccanica della paura tra multinazionali e governi

25 novembre 2015 | 15:03
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Terrorismo: la meccanica della paura tra multinazionali e governi
Terrorismo: la meccanica della paura tra multinazionali e governi
Terrorismo: la meccanica della paura tra multinazionali e governi
Terrorismo: la meccanica della paura tra multinazionali e governi

Oggi più che mai il terrorismo riempie i media d’ogni tipo, e in termini di contenuti va a braccetto con la questione immigrazione. Sono tutti preoccupati dal pericolo islamico ma su chi abbia prodotto il terrorismo si dice poco o nulla, o al limite finisce tra teorie complottiste.  Nel 2004 John Perkins, un agente dei Servizi Segreti statunitensi (NSA, ndr) pubblicò un libro in cui confessò d’essere stato dagli anni Settanta un “sicario dell’economia” (SDE, ndr), 

e aver lavorato per il Governo Usa al soldo di Corporation e alta finanza con l’obiettivo di costruire il “Nuovo Impero Globale” per accaparrarsi risorse in giro per il pianeta trasformando Stati in debitori e portando le popolazioni alla disperazione. La paura diventava una tecnica di controllo delle masse, e se gli SDE fallivano arrivavano quelli che erano chiamati “sciacalli” a uccidere i leaders scomodi, in modo che la cosa sembrasse naturale o al più un incidente, in modo da far eleggere leaders compiacenti a quella che egli chiama “corporatocrazia”. E se anch’essi fallivano allora entrava in gioco l’esercito, ed era la guerra. Alla luce di quanto sta accadendo lo abbiamo intervistato per farci spiegare come funzionava, e funziona, questa meccanica del terrorismo.

Come ex membro dell’NSA, e come SDE, lei è un osservatore privilegiato per aver vissuto in prima linea il modo in cui lavora, come dice nel suo “Confessioni di un sicario dell’economia”, una superpotenza come gli Usa affianco a Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale, e le varie Corporation nella riorganizzazione del pianeta terra. Alla luce di quanto sta accadendo oggi cosa pensa delle superpotenze e della loro sovrapposizione col mondo della finanza internazionale per conquistare le risorse energetiche di altri Stati?

Sin da quando ero un sicario dell’economia, e anche dopo la pubblicazione del mio libro avvenuta dieci anni fa, le cose sono molto peggiorate. Ai miei tempi il ruolo di SDE era generico. Noi identificavamo intere Nazioni, e i rispettivi “uomini di Stato”, che avevano risorse energetiche che le nostre Corporation cercavano, come fa anche l’Italia di oggi, in modo che il profitto non andasse al Paese stesso ma alle Corporation che attraverso la Banca Mondiale programmavano prestiti per quella Nazione per fare piani energetici, programmi industriali, autostrade, in ogni modo accessibili solo ai ceti sociali medio-alti e a chi in quei Paesi già lavorava per le Corporation. La Nazione veniva perciò lentamente obbligata a privatizzare qualunque cosa alle nostre Corporation, dalle reti fognarie alle scuole, alle prigioni, finanche a installare basi militari sul territorio. E qui ritorniamo al concetto di “uomo di Stato” costretto a svendere sottocosto il petrolio senza dover tener conto delle restrizioni ambientali e dei diritti sociali delle popolazioni, e portando una Nazione a contrarre debiti che non sarebbe riuscita in alcun modo a pagare. Con i nostri metodi abbiamo letteralmente creato un impero, e nei pochi casi in cui i sicari dell’economia fallivano, come quando io ho fallito con il presidente dell’Ecuador Jaime Roldòs Aguilera, o con Omar Torrijos a Panama, o in altri Stati, per rovesciare i leaders dei Paesi o assassinarli entravano in gioco gli “sciacalli”. Se ai miei tempi si spingevamo gli uomini di Stato a investire nelle compagnie americane, oggi tutte le maggiori Corporation globali come Monsanto, Exxon, Shell, Nike, hanno i propri sicari dell’economia che si occupano di favorire una Corporation in particolare, e quindi il mondo è sempre più indirizzato verso l’indipendenza delle grandi Corporation dai Governi. Oggi siamo di fronte a un Nuovo Impero Globale che non è un impero statunitense ma un impero corporatocratico, e il Pentagono, la Cia, l’Nsa proteggono questo impero.

Lei descrive cosa si nasconde dietro la proposta di condonare il debito del Terzo Mondo. Parla d’un nuovo tipo di sfruttamento da parte di G8, Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale, e di cosa si nasconde dietro espressioni come “buongoverno” o “economia sana”. Ne sono un esempio i governi della cosiddetta “svolta a sinistra” sudamericana come Bolivia, Ecuador ecc. che sono riusciti a manipolare persino l’ideologia del Comunismo a favore del Capitalismo aumentando povertà, inquinamento, e diminuendo servizi come sanità e istruzione. Cosa pensa del paradigma capitalismo/comunismo e di questo tipo di contraffazione di parole e concetti? E come è possibile superare questo modello se il mainstream media è pagato dalle stesse Corporation per manipolare informazioni come accade oggi con quello che definiscono terrorismo di matrice islamica?

Ai miei tempi, negli anni Settanta, sfruttavamo le Corporation per promuovere un tipo di impero costruito allo stesso modo degli imperi antichi e moderni, e cioè principalmente sulla paura e la morte. La paura che diffondevamo era quella del Comunismo, e il Capitalismo era l’antidoto. Queste paure venivano diffuse dalla Banca Mondiale e altre organizzazioni consociate per ridurre letteralmente in schiavitù gli Stati. Oggi invece questo indurre alla paura risiede nell’estremismo islamico, nelle insurrezioni, e nel terrorismo d’ogni sorta, in questa idea del “terrorismo globale”. In realtà non esiste niente come il terrorismo globale. Gli “ismi” sono quando molte persone credono in una stessa dottrina, in una stessa politica, in una stessa ideologia, questi sono tutti “ismi”. Socialismo e Capitalismo sono “ismi”, ma il terrorismo, il terrore, non è un “ismo”. In un certo senso i membri delle Farc in Colombia (Forze Armate Rivoluzionarie, ndr) non hanno niente a che vedere con Al Quaida, l’unica cosa che hanno in comune è la disperazione delle popolazioni che non sapendo cosa fare si affidano a leader fanatici come Osama Bin Laden o altri, ma quello delle Farc non è terrorismo globale, ci parlano di terrorismo globale per infondere la paura nei nostri cuori, per infondere la paura in tutto il mondo in modo da poter andare in altre Nazioni e riempirle di morte distruggendo le basi della loro economia in modo da asservirle alle grandi Corporation.

In Europa stiamo assistendo a una massiccia migrazione da nazioni in guerra come Afganistan, Iraq, Palestina, Siria, o da luoghi come Somalia, Eritrea ecc. in cui la gente è sottoposta a condizioni di vita terribili e fugge disperata. Assistiamo a scene terrificanti di gente soffocata dentro camion, marchiata come si faceva con gli ebrei durante la seconda guerra mondiale, o di bambini ritrovati morti in mare o sulle spiagge, e assistiamo a un pulviscolo di guerre che scoppiano qua e là. In relazione alle sue esperienze nei luoghi di partenza di questa gente che idea ha di quanto sta accadendo nell’area del mediterraneo?

Oggi abbiamo un grosso problema rappresentato dai flussi migratori dal Medio Oriente all’Europa, come lo abbiamo in Nord America per i flussi da Centro e Sud America, ma prevalentemente dal Centro. Quello che gli Usa non vogliono capire, e quello che il mondo non vuole capire per quel che accade in Europa, è che si tratta d’un problema enorme, è soprattutto che il problema dell’emigrazione dal Centro America verso gli Usa sta tutto in trattati commerciali come i CAFTA (Central America Free Trade Agreement, ndr), i NASDAQ (National Association of Securities Dealers Automated Quotations, ndr) che hanno distrutto le economie di Paesi come Messico, Honduras, El Salvador con l’obiettivo di darle in pasto alle Corporaton. I nuovi accordi come il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership, ndr) proposto dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (W.T.O, ndr) fanno lo stessa cosa, e di conseguenza molte persone non possono più vivere nei loro Paesi d’origine esattamente come è successo per Salvador, Honduras, Messico e in tantissime altre parti dell’America Centrale, e quindi vengono negli Stati Uniti e ci lamentiamo di un problema che abbiamo creato noi. In Medio Oriente è anche peggio, l’invasione Usa dell’Iraq, dell’Afganistan, la destabilizzazione in Yemen e ora in Siria ha portato la gente alla disperazione e a fuggire. E lo stesso accade con gli accordi commerciali tra Russia, Cina, India. Quello che proprio il mondo non vuol capire è che oggi abbiamo bisogno d’un nuovo tipo di economia, un’economia di pace che non distrugga le risorse, una economia che non inquini terra aria acqua riducendo le popolazioni alla disperazione e costringendole a lasciare i luoghi d’origine. Abbiamo bisogno d’un cambiamento in tutto il mondo, d’una economia per la vita, e non di una economia del terrore.