Pensionati abbandonati a loro stessi

19 novembre 2015 | 16:17
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Pensionati abbandonati a loro stessi

I recenti Rapporti Censis – «Il buon valore della longevità. Dagli scenari alle soluzioni» e “Sostenere il welfare familiare” – ci consegnano due fotografie aggiornate e profondamente diverse tra loro sull’universo della terza-quartà età: anziani protagonisti della ripresa, con una vita pienamente attiva; persone non autosufficienti e famiglie che le assistono che versano sempre più in un intollerabile stato di abbandono, con un’evidente urgenza di una riforma complessiva del welfare. Tutto ciò rafforza l’assenza di respiro nelle politiche pubbliche che ignorano la traiettoria demografica di una società che conosce un progressivo e costante innalzamento dell’età media e un allungamento dell’aspettativa di vita. E’ il messaggio che l’esecutivo nazionale della Uil Pensionati lancia da Matera dove si è riunito oggi. Le due facce della medaglia. Il Censis fornisce un ritratto dei longevi: per la prima volta, le coppie anziane spendono più di quelle giovani (1.200 euro in più l’anno). Nella crisi i consumi degli anziani soli sono aumentati del 4,7%, mentre quelli dei millennials single crollavano del 12,4%. La nuova potenza di spesa degli anziani scende in campo: 13 miliardi di euro l’anno per la sanità, 2,7 miliardi per attività formative e sportive (anche dei nipoti). Fiduciosi verso il futuro e pronti a destinare nuove risorse ai consumi. Per il Censis, ancora, sono 4,6 milioni gli anziani pronti a destinare eventuali risorse aggiuntive ai consumi. Ipotizzando una disponibilità di 80 euro al mese in più, come quella conseguente all’introduzione del bonus fiscale dello scorso anno, si avrebbe un incremento complessivo di spesa per consumi da parte dei longevi di 3,3 miliardi di euro in un anno. Si stima che, con l’abolizione permanente della Tasi, tra gli anziani proprietari di case 2,6 milioni potrebbero destinare circa 600 milioni di euro in più ai consumi. Gli anziani sono anche grandi utilizzatori di soldi in contanti: il 54% usa solo contante per gli acquisti, contro il 51% riferito alla media della popolazione. Ancora, molti anziani hanno ancora voglia di lavorare. E non solo per disporre di una quota di reddito aggiuntiva. Sono 3,2 milioni quelli che già lavorano regolarmente o di tanto in tanto. E nei prossimi anni 225.000 si preparano a cercare lavoro e 407.000 proveranno ad avviare un’attività autonoma: 230.000 un’attività artigiana, 229.000 un’attività professionale e 178.000 un’attività commerciale. E poi una vita pienamente attiva. L’84,5% degli anziani giudica positivamente la propria vita in questo momento: il 48,6% è molto o abbastanza soddisfatto perché fa cose che lo gratificano, il 35,9% è soddisfatto ma vorrebbe fare ancora di più o cose diverse. Sono dati che testimoniano una spinta evidente a investire nella propria vita, a cambiarla o riempirla di attività, progetti, relazioni. Ma c’è anche un’altra situazione. È giusto sostenere le buone ragioni del rapporto del Censis ‘Sostenere il Welfare familiare’, presentato oggi, tese a regolarizzare un fenomeno assolutamente fisiologico come il ricorso quotidiano agli assistenti familiari («badanti») da parte delle famiglie che assistono cittadini non autosufficienti, attuando politiche di adeguata deducibilità. Ma non basta. Abbiamo apprezzato nella Legge di Stabilità lo stanziamento, divenuto strutturale, della copertura del Fondo per le non autosufficienze, ritenendolo, tuttavia, ancora ben lontano da standard accettabili. Mancano, a ragion veduta, strumenti di integrazione socio-sanitaria per far fronte alle rinnovate cronicità, percorsi di prevenzione e programmazione per la riprogettazione di stili di vita, investimenti in innovazione e tecnologia, formazione degli assistenti e degli operatori e individuazione di opzioni in grado di creare l’incontro tra fabbisogno e risposta, domanda e offerta   Non si tiene conto che oltre il 90 % delle famiglie che si rivolgono alle prestazioni di assistenti familiari non riceve alcuna forma di sostegno; e per una percentuale significativa di costoro la spesa incide per oltre il 30% sul reddito disponibile, mentre per metà di essi significa intaccare risparmi, indebitarsi o rischiare di cadere in povertà. A ciò, vanno sommati i nuclei familiari che pur avendone bisogno, non possono utilizzare i servizi di assistenza familiare, ovvero quasi 3 milioni di famiglie.   UIL e UILP ritengono, pertanto, prioritario un intervento di riordino complessivo dei servizi di assistenza, cura e della fiscalità in questo ambito da parte del Governo, per assicurare equità e giustizia sociale, liberando altresì energie occupazionali e opportunità di crescita.   Non è più rinviabile il varo di una legge nazionale di sostegno ai cittadini non autosufficienti e alle loro famiglie, volta a garantire uniformemente i livelli essenziali di assistenza in tutto il territorio nazionale, ancora caratterizzato da enormi disparità.   Romano Bellissima, Segretario Nazionale della UIL Pensionati, spiega la scelta di organizzare a Matera la riunione dell’esecutivo nazionale per dare un giusto riconoscimento ai nostri pensionati lucani che oggi, scrollandosi di dosso i vecchi clichè di “poco partecipativi” e “lamentosi”, hanno dimostrato di poter essere protagonisti del cambiamento di una regione che ha tante potenzialità partendo dalle risorse naturali Acqua, Petrolio, Bosco a quelle storiche culturali riconosciute da tutto il mondo come dimostra Matera Capitale della cultura 2019. La Uil pensionati è inoltre disponibile a definire azioni per favorire il turismo sociale e della terza età che vedono in Matera una destinazione particolarmente apprezzata. Si pensi al flusso di visitatori dai capelli grigi e bianchi che arriveranno nella Città dei Sassi già dal nuovo anno per rendere Matera più accogliente e per rispondere alle esigenze particolari di mobilità e di servizi adeguati.