Commissione europea: dati emissioni Fenice sono incompleti

10 novembre 2015 | 16:04
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Commissione europea: dati emissioni Fenice sono incompleti

L’Ue torna ad occuparsi dei gravi danni ambientali provocati dal termodistruttore Fenice di San Nicola di Melfi. La Commissione europea, rispondendo ad una interrogazione presentata ad ottobre scorso dal portavoce eurodeputato del M5s Piernicola Pedicini, ha fatto sapere che i dati trasmessi dalle autorità italiane per il registro europeo sulle emissioni e i trasferimenti di sostanze inquinanti dell’inceneritore lucano sono incompleti. I dati mancanti – ha aggiunto – verranno richiesti nei prossimi giorni. Per l’attuazione delle direttive europee, la Commissione ha specificato che l’accertamento delle singole situazioni sono di competenza degli organi amministrativi e giudiziari nazionali. La direttiva 2010/75/Ue relativa alle emissioni industriali – ha spiegato l’organismo europeo – dispone che le installazioni industriali utilizzino le migliori tecniche disponibili per prevenire un inquinamento significativo e contribuire al rispetto delle norme di qualità ambientale previste dalla Ue. Rispetto alla tutela delle falde acquifere, la Commissione ha sottolineato che la direttiva quadro sulle acque impone agli Stati membri di proteggere, migliorare e ripristinare tutti i corpi idrici sotterranei al fine di conseguire un buono stato delle acque sotterranee, anche sotto il profilo quantitativo e chimico. La direttiva sulle acque sotterranee fissa le norme di qualità di tali acque e stabilisce misure per prevenire o limitare le immissioni di inquinanti. La Commissione – viene spiegato nella risposta a Pedicini – ha effettuato una prima valutazione generale dei piani di gestione dei bacini idrografici presentati dagli Stati membri, successivamente ha avviato scambi bilaterali di informazioni in vista dei dati che andranno presentati entro la fine del 2015. Quando questi dati saranno comunicati alla Commissione occorrerà valutare se le autorità nazionali stiano adottando misure adeguate per conseguire gli obiettivi stabiliti nell’ambito della direttiva quadro sulle acque. “Ci auguriamo – ha commentato Pedicini – che gli organi competenti italiani forniscano subito i dati richiesti dalla Commissione europea e che gli accertamenti della Ue contribuiscano a fare ulteriore chiarezza sui danni che produce l’impianto Fenice e sulle soluzioni che quanto prima occorre adottare”.