Rai: basso livello culturale e spirituale

20 ottobre 2015 | 16:36
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Rai: basso livello culturale e spirituale

In Rai “c’è uno scarso livello culturale”, i “conduttori non sono scelti per la cultura”, occorrerebbe “un serio servizio pubblico televisivo, non solo per fare servizi noiosi ma per distribuire divertimento e ironia”, andare oltre “le allusioni sessuali e il bassissimo livello spirituale degli intrattenitori”. E’ il parere che il critico letterario e giornalista Piero Dorfles ha espresso incontrando a Maratea (Potenza) un centinaio di studenti delle scuole superiori, nell’ambito del festival scolastico-letterario “SlowBook”. La manifestazione, prima del genere in Meridione, coinvolge oltre mille studenti di quindici tipologie di scuole di quattro comuni (Lauria, Senise, Maratea, Lagonegro) e ha per presidente onorario Andrea Camilleri. Dorfles ha parlato di una diffusa “ignoranza” in Rai e “scarsa curiosità, quando tutto intorno c’è un mondo affascinante da esplorare”. Il “servizio pubblico, dunque, è omologato a tutti gli altri: tanto vale privatizzarlo”. Ma attenzione: “La televisione non è un apparato isolato: è lo specchio della nazione. Cambiare è possibile solo se tutti noi avremo un livello di cultura più alto in noi”. Per il critico la cultura si divide in “Cultura – manifestazione dell’intelligenza umana ai suoi più alti livelli in tutte le forme espressive e di analisi del reale, inevitabilmente d’èlite – e cultura antropologica – tutto ciò che un uomo può fare in quanto essere pensante”. La cultura è indispensabile perché “produce senso critico, fondamentale nella dimensione intellettuale dell’uomo. Senza di essa saremmo acritici”. Dove si trova? “Nei libri, non nei film o nei serial tv”. Ma in Italia il numero dei lettori resta tristemente basso. “La scuola è il luogo dove imparare le regole, che sono uguali per tutti”. Dunque, per certi aspetti, “la scuola è anche il luogo del conformismo, dove gli insegnanti non possono seguire il giovane di maggior talento altrimenti lascerebbero indietro gli altri. E’ per questo che gli studenti migliori lettori non sono quelli che hanno il miglior rendimento – ha aggiunto Dorfles – Non è una brutta cosa, perché la scuola non insegna solo alcune materie ma anche come si vive, quindi può diventare un po’ noiosa, non permette di uscire dalle regole. Lo studente di maggior talento, che vuole essere al di fuori del conformismo, dunque, approfondisce in autonomia i propri interessi”. Il consiglio: “Leggete quanto più potete, perché quella è la zona che la scuola vi lascia in assoluta libertà”. Nella stessa giornata, sempre a Maratea, i ragazzi hanno incontrato Roberto Bertinetti, docente universitario e componente della casa editrice ‘Il Mulino’, per approfondire le dinamiche culturali di una grande realtà editoriale. “Il Mulino – ha detto Bertinetti – ha 4mila titoli in commercio, non solo nelle librerie. Dalla sua nascita, nel 1951, sia come casa editrice sia con l’associazione e la rivista, ha ‘macinato’ cultura e idee, facendo emergere personalità come Romano Prodi, Giuliano Amato e numerosi ministri e politologi”. Il prossimo 8 novembre, a Bologna, la consueta lettura pubblica annuale della casa editrice sarà tenuta da uno dei suoi autori, lo scozzese Angus Deaton, Nobel 2015 per l’Economia. “E’ la prova – ha detto Roberto Bertinetti – che quel progetto iniziale funziona ancora”. Si è conclusa così la prima fase del progetto SlowBook, finanziato dalla Regione Basilicata per diffondere la lettura tra gli studenti degli istituti superiori. Il festival letterario proseguirà a novembre, dal 19 al 21, con altri undici incontri con altrettanti ospiti, tra i quali il direttore di Rai RadioTre Marino Sinibaldi, il vicedirettore del TG1 Andrea Montanari e il giornalista Domenico Iannacone, e si concluderà il 21 novembre, quando si svolgerà il convegno “La lettura negli anni delle 140 battute” a Lauria (Potenza).