La discarica gattopardesca di Matera

25 ottobre 2015 | 16:45
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La discarica gattopardesca di Matera

Con Delibera n. 1915 del 11/12/2006 La Giunta Regionale rilasciava al Comune di Matera l’ Autorizzazione Integrata Ambientale per l’ ampliamento della discarica RSU di Matera ( V settore) con annesso impianto di trattamento meccanico e biologico dei medesimi.

Ecco, appunto, l’ impianto di trattamento . Pochissimo e mal utilizzato dal Comune, gestore dell’ impianto, si che dalla data di autorizzazione a quella di chiusura, la discarica di Matera ha sempre depositato in vasca il tal quale. Sino al giorno in cui, fallita la gara a base d’ asta per la gestione degli RSU prodotti dalla città di Matera presso centri di recupero, a qualcuno è venuta la brillante idea di utilizzare , finalmente, quell’ impianto di trattamento mai andato in esercizio e il cui costo per le casse pubbliche aveva sfiorato qualche milione di euro.

Infatti la giunta De Ruggiero con Delibera n. 302 del 1 settembre 2015 stabilisce : “ di dar mandato agli uffici per la predisposizione della documentazione necessaria per l’ ottenimento di tutte le autorizzazioni per consentire la lavorazione del rifiuto nell’ impianto al solo scopo di trattarlo per il successivo conferimento in impianti terzi e di procedere all’ individuazione di un soggetto dotato dei requisiti di legge a cui affidare la gestione dell’ impianto attraverso procedure di evidenza pubblica “

L’ idea, per carità , poteva essere anche buona , oltre che legittima,  ma , prevedendo  altri esborsi di denaro pubblico per la “ manutenzione straordinaria” di quell’ impianto usato pochissimo e male, oltre che abbastanza superato tecnologicamente, a fronte dell’ aumento per i cittadini materani della TARI, dovere della Giunta Comunale era motivarne le ragioni, soprattutto economiche di tale scelta. Dovere rimasto inevaso.

Comunque sia la Giunta De Ruggiero, dà l’ indirizzo agli uffici di predisporre tutti gli atti amministrativi , quindi, affidamento lavori di manutenzione, impegni di spesa, gara per l’ affidamento della gestione .

Nel frattempo il Comune di Matera continuava a portare le sue 50 tonnellate di rifiuti indifferenziati al termodistruttore di Melfi e 10 tonnellate a Sant’ Arcangelo.

Il Sindaco del Comune di Matera, Il suo Assessore al ramo, gli uffici, hanno approntato tutti gli atti amministrativi, il secondo ed il primo controllato che ciò proseguisse con tempestività, efficienza ed efficacia ?

Il 22 ottobre 2015 Fenice ( Rendina Srl) invia la comunicazione a tutti gli Enti preposti di chiusura del forno a griglia, dedicato all’ incenerimento degli RSU, per sopraggiunto raggiungimento delle quantità ricevibili, stabilite dalla stessa Regione Basilicata.

Il giorno successivo, cioè il 23 ottobre 2013, la Regione convocava l’ Osservatorio sui rifiuti , nel quale si stabiliva che il Comune di Matera avrebbe trattato presso il suo impianto annesso alla discarica di La Martella , le 50 tonnellate precedentemente avviate presso Fenice, per poi inviarle, previo bando di gara, presso centri di recupero.

Il Comune di Matera è pronto, si è fatto trovare pronto a rendere esecutive le direttive , sia della sua stessa Delibera di Giunta del 1 settembre, sia di quanto stabilito dall’ Osservatorio sui Rifiuti del 23 ottobre ?

Sembra proprio di no.

Nessuna traccia di determinazioni di impegni di spesa, nessuna traccia di affidamento dei lavori di manutenzione, nessuna traccia di gara per l’ affidamento della gestione dell’ impianto di trattamento, nessuna traccia, infine, della gara per la gestione dei rifiuti trattati presso centri di recupero !

Questo significa che i lavori di manutenzione non sono mai iniziati e se lo sono stati, mai impegnata alcuna somma a tal proposito, mai affidati ad alcuna ditta specializzata, insomma, mai nulla di tutto ciò che era necessario.

Lunedi 26 ottobre 2015 le vasche di stoccaggio delle 50 tonnellate di indifferenziato che da giovedì scorso Fenice non accoglie più saranno stracolme, l’ impianto per il suo trattamento non è pronto, “ l’ evidenza pubblica” per la scelta del gestore dell’ impianto non è stata espletata.

In un contesto di così alto degrado, il rischio di illegalità sembra molto probabile, perché non accada , è necessario che tutti i protagonisti di questo circolo vizioso della gestione dei rifiuti si assumano le rispettive responsabilità , che non si continuino a fare “ porcherie”   Associazione Ambiente e Legalità