Fenice, nuova interrogazione UE di Pedicini

11 ottobre 2015 | 12:55
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Fenice, nuova interrogazione UE di Pedicini

I gravi danni ambientali provocati dal termodistruttore Fenice di San Nicola di Melfi continuano a far discutere. Mentre si sviluppa il dibattito sulla decisione del Tar di Basilicata di dare ragione a Fenice e dichiarare illegittima la sospensione del forno a tamburo rotante richiesta dalla Regione a dicembre scorso, il portavoce eurodeputato del M5s Piernicola Pedicini ha presentato un’altra interrogazione parlamentare alla Commissione europea.

Il portavoce pentastellato ha chiesto all’organismo della Ue di verificare se le autorità italiane competenti stanno adottando tutte le misure appropriate per salvaguardare l’ambiente e la salute dei cittadini in relazione all’inquinamento delle falde acquifere e al rispetto di quattro direttive europee che regolamentano il settore.

Le prime denunce sull’inquinamento provocato da Fenice – ha spiegato Pedicini nell’interrogazione -risalgono al 2009 quando la stessa società proprietaria del termodistruttore rese noto agli enti territoriali la presenza di una contaminazione nelle acque di falda presenti nell’area. Nonostante la successiva realizzazione di una barriera idraulica costituita da 28 pozzi di drenaggio delle acque di falda, l’inquinamento non è mai cessato. La conferma – ha sottolineato il portavoce del M5s – è arrivata nei mesi scorsi, quando l’Arpa Basilicata ha comunicato i dati relativi ad un monitoraggio delle acque sotterranee presenti nei pressi del termovalorizzatore e ha verificato che ci sono stati ben 247 casi in cui sono stati sforati i valori limite relativamente a varie sostanze inquinanti tra le quali ferro, nichel, mercurio, manganese e nitriti.

Inoltre, – ha scritto Pedicini nell’interrogazione – non è accaduto nulla, dopo la bocciatura nel 2012 del piano di bonifica presentato da Fenice alla Conferenza dei servizi. Da allora, tutto è fermo e non si è ancora provveduto a predisporre un nuovo piano per il risanamento dell’area.

“E’ una situazione assurda e inaccettabile – evidenzia l’esponente pentastellato -, nonostante il termodistruttore Fenice funzioni da anni e ci siano prove inconfutabili che produce seri danni all’ambiente e ai cittadini residenti in quei territori, gli organi competenti e chi copre cariche politiche e amministrative sul piano locale, regionale e nazionale, non sono intervenuti adeguatamente e, quando, a fasi alterne, lo hanno fatto, hanno agito troppo timidamente, in modo confuso e inappropriato. Per queste ragioni, noi del M5s, che siamo all’opposizione, – conclude Pedicini – non ci fermeremo e continueremo a portare questa battaglia insieme ai cittadini e alle associazioni ambientaliste interessate. Non si gioca sulla salute di migliaia di persone e sulla tutela dell’ambiente utilizzando i cavilli normativi per coprire le incapacità e gli affari della vecchia politica nel settore dei rifiuti. Se non bastano le denunce e le interrogazioni parlamentari, avvieremo altre forme di protesta, più incisive ed eclatanti. L’emergenza Fenice non va lasciata in mano ai Tar, alla burocrazia e a chi punta a fare business. E’ un’emergenza che va affrontata e risolta, a tutti i costi e al più presto possibile”.