Bratti venga in Basilicata e desecreti atti delle “navi dei veleni”

28 ottobre 2015 | 18:14
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Bratti venga in Basilicata e desecreti atti delle “navi dei veleni”

Apprezziamo le parole del presidente della Commissione Bicamerale d’Inchiesta sul Ciclo dei Rifiuti Alessandro Bratti e le giudichiamo alquanto sagge a causa degli effetti improduttivi e dannosi provocati dallo sfruttamento petrolifero del meridione e dei mari italiani, frutto di una strategia politica energetica nazionale antiquata e fossile di nome e di fatto. (http://www.olambientalista.it/?p=40755) Chiediamo al presidente Bratti che comunque alle dichiarazioni seguano i fatti e in particolare due cose: 1. La prima che venga in Basilicata con la commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti, per verificare lo stato dell’inquinamento, gli iter autorizzativi e le attività di monitoraggio ambientale .Ma soprattutto per far applicare secondo le leggi vigenti e secondo quanto previsto dal codice dell’ambiente “il principio di precauzione” su tutti gli iter autorizzativi in itinere sui vari procedimenti petroliferi e connessi al ciclo dei rifiuti. 2. La seconda che desecreti gli atti relativi alle “navi dei veleni” , come già di sua volontà e come aveva dichiarato di voler fare nell’ottobre 2014 (http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/13/rifiuti-tossici-la-commissione-parlamentare-indaghera-su-navi-a-perdere-e-ilva/1153411/). La questione concernente la desecretazione degli atti sulle navi dei veleni è di fondamentale importanza per quello che concerne non solo la tutela dell’ambiente, della fauna e della salute dei cittadini, ma perché nel golfo di Taranto saranno sparate con tecnica di air guns, bolle di aria compressa su tre permessi di ricerca che riguardano centinaia di Kmq di mare che potrebbe colpire nei fondali marini fusti, navi o altri contenitori contenenti sostanze tossiche, nocive o radioattive che potrebbero inquinare l’intero golfo di Taranto, caratterizzato da particolari correnti marine circolari interne. Le correnti del golfo Jonico potrebbero distribuire tutti gli inquinanti sulla fascia costiera, sulla flora e sulla fauna. La questione concernente le navi dei veleni è stata sollevata ultimamente da Noscorie Trisaia e Med No Triv nelle osservazioni sulle istanze di ricerca petrolifera della Global Med e della Schlumberger (istanza che comunque coprirebbe anche quella della Shell e dell’Enel Longanesi). Sulla vicenda navi dei veleni ultimamente è stata anche presentata un’interrogazione parlamentare del m5s su cui ancora, si attende risposta dal governo. Sarebbe stato necessario uno studio approfondito anche sulle ” navi dei veleni” al fine di scongiurare rischi e pericoli per l’ambiente e le popolazioni. In mancanza di tale studio preliminare, applicando il principio di precauzione imposto per legge, il Ministero deve rigettare le istanze di ricerca petrolifere sia in terra che in mare. Ora è giunto il momento di azioni di responsabilità da parte della politica e delle istituzioni.  No Scorie Trisaia Med No triv