“Pensavo fosse amore e invece era Matteo Renzi”, l’irriverente Natangelo torna in libreria

29 settembre 2015 | 15:58
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“Pensavo fosse amore e invece era Matteo Renzi”, l’irriverente Natangelo torna in libreria

Mario Natangelo, irriverente vignettista de “Il Fatto Quotidiano”, torna in libreria il prossimo 22 ottobre con il suo nuovo lavoro “Pensavo fosse amore e invece era Matteo Renzi”. Cosa c’entra Matteo Renzi con l’amore? L’ascesa, i duelli (con l’ormai celeberrimo “smacchiatore di giaguari”) alle primarie del Partito Democratico, l’eliminazione dell’opposizione interna e la presa del potere del rottamatore della politica italiana. E poi una intensa storia d’amore. Un romanzo sull’Italia ai tempi del “renzismo”, una parodia sui trentenni di oggi, sull’intimismo, spesso e volentieri, autoreferenziale del disegnatore frustrato, che vorrebbe parlare d’amore ma invece è costretto a fare i conti con la politica e la vita quotidiana, con Grillo e Berlusconi, con la satira e la gente che vuole ridere ad ogni costo, con Marco Travaglio e Il Fatto Quotidiano, con Vauro e Zerocalcare, con Charlie Hebdo e i morti ammazzati e, soprattutto, con una narcisistica ed egotica caricatura di Matteo Renzi che–come Frankenstein e il suo “mostro” – sfugge completamente al controllo del suo creatore. Tutto questo nella beffarda satira generazionale di Mario Natangelo. Con la prefazione di Marco Travaglio. Nato a Napoli nel dicembre 1985, Mario Natangelo è giornalista professionista. Dal settembre 2009 disegna ogni giorno una vignetta per Il Fatto Quotidiano, oltre a reportage grafici e strisce. Laureando in giurisprudenza, esordisce come disegnatore nel 2007 con L’Unità e, dopo un anno di studio all’estero, si trasferisce a Roma dove attualmente vive e lavora. Ha disegnato per Linus, collabora con Smemoranda e ha realizzato copertine e illustrazioni per molte riviste e case editrici. Ha all’attivo due libri: “Napolitano! Sesso, moniti e Rock’n’roll” (Aliberti editore) e “2012 con Loden” – insieme a Vauro – per Il Fatto Quotidiano. Ha ricevuto il 40° Premio per la satira politica di Forte dei Marmi.