Marcello Pittella simbolo ‘antitrivelle’: non è possibile!

19 settembre 2015 | 17:51
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Marcello Pittella simbolo ‘antitrivelle’: non è possibile!

Si fa presto a cambiare idea. Meno presto a convincere cittadini e opinione pubblica. Dov’è finita la storica “vittoria” incassata dalla Regione Basilicata tra novembre e dicembre scorsi sullo Sblocca Italia, sulle trivelle, e nella trattativa con lo Stato? Dopo 9 mesi cambia radicalmente scena. In consiglio regionale oggi sono passati i quesiti referendari sull’art.38 dello Sblocca Italia e art 35 del decreto Sviluppo.

Con il primo quesito (art 38), in particolare, si richiede una partecipazione delle Regioni e degli Enti locali alle scelte del Governo sulle autorizzazioni a perforare. Un nodo del contendere, questo, che sul finire del 2014 ha visto una battaglia serrata in Basilicata. Portata avanti dal presidente (Pd) Marcello Pittella. “Abbiamo ottenuto una storica vittoria”, dettava come agenda agli organi di informazione locale lo scorso mese di novembre per giustificare il suo sì allo Sblocca Italia di Renzi. E infatti, gli organi di stampa, chi in un modo, chi in un altro, gli hanno intitolato paginoni. Già, perché i lettori, all’epoca, bisognava pur addomesticarli. Nello stesso periodo dello scorso anno andavano in scena manifestazioni popolari contro il decreto Sblocca Trivelle e in contemporanea alcuni organi di stampa, compresa la Rai regionale, cercavano di smorzare il tiro. Additando i manifestanti come “antagonisti”, se non come ‘scolari’ che non avevano studiato bene la lezione. Ne è scorsa di acqua sotto i ponti. Dopo lo Sblocca Italia (novembre-dicembre 2014) a maggio di quest’anno sono arrivati i decreti attuativi di quella stessa legge. E lì si è capito che si può ‘estendere’ un impianto di produzione petrolifera già presente. E si è capito anche che la titolarità nelle decisioni finali sulle autorizzazioni alle Compagnie spetta al Governo. A quel punto in Basilicata il Partito democratico (maggioranza in Consiglio regionale) è diventato l’anti se stesso. Ha iniziato a gridare allo scandalo dopo non aver opposto alcuna resistenza, pur potendo, ai voleri di Renzi e al suo ‘maledetto’ decreto ‘Sblocca Trivelle’. Uno spettacolo indecoroso. Capofila dei ‘traditori interni’ il presidente del Consiglio regionale Lacorazza. Nemico della sua stessa mano; antagonista di se stesso. Poi fu la volta del consigliere Cifarelli. E infine lui. Il gladiatore di ieri. Il Sansone di oggi. Alla Fiera del Levante, ieri, Marcello Pittella si è slanciato come Governatore capofila del Sud contro le trivelle in mare. Proprio lui. Tappetino renziano quando c’era da approvare lo Sblocca Italia. Festeggiò quel decreto come una “storica vittoria della Basilicata”. Gufi e pipistrelli, erano, allora, i suoi contestatori. Tutta “disinformazione” da spazzare via. Oggi, lo stesso Pittella, viene battezzato sui suoi giornali amici come “l’anti Renzi” per le sue scelte antipetrolifere. Una simile schizofrenia, a leggerla bene, si macchia di populismo. Pittella si rivolge alla pancia dei lucani. A chi non ha seguito la vertenza petrolio. Oggi si accredita come difensore del popolo contro le trivelle nemiche. Dopo aver trattato per conto suo col Governo e non aver battuto ciglio. Nè con Renzi. Nè con la Guidi (ministro allo Sviluppo economico). Oggi, per convenienza, gli tocca mentire anche a se stesso pur di non perdere contatto con quell’ampia Basilicata che non ha mai accettato il suo servilismo al premier e il suo sì incondizionato allo Sblocca Italia. Non c’è mai fine all’ipocrisia. Confidiamo nell’intelligenza di chi ci legge!

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