La Basilicata nel cappello magico di Pittella
In dieci anni o poco più il prodotto interno lordo della Basilicata è costantemente calato, fino a raggiungere quota complessiva di 16,8 punti in discesa
Nonostante l’industria automobilistica e quella delle estrazioni petrolifere. Strano? No. E’ evidente che la Basilicata senza la Fca a Melfi e senza il petrolio e il gas in Val d’Agri e nella Val Basento, almeno statisticamente sarebbe distrutta. Ciò significa che alcuni indicatori socio-economici, proprio perché “drogati” dall’industria petrolifera e automobilistica, registrano una condizione drammatica. Perché tutto questo? Semplice. La massa di risorse che è circolata in questi ultimi venti anni, è servita ad arricchire alcuni a danno di tutti. La quota gestita direttamente dalla politica è servita a favorire carriere personali e coltivazioni del consenso elettorale. La crescita senza sviluppo genera mostri dell’economia (vedi Cina in particolare). Sappiamo che crescita e sviluppo non sono sinonimi. Lo sviluppo implica la crescita, ma non sempre vale il contrario. Per sviluppo si intende crescita economica e insieme una saggia redistribuzione della ricchezza. Per sviluppo si intende democrazia, partecipazione, fiducia, qualità della vita, libertà, diritti, sostenibilità ambientale, tutela dell’ecosistema naturale, ricchezza di capitale sociale. Dunque assenza di corruzione, di mafie, di malaffare. Chiarito il concetto, è evidente che in Basilicata siamo in una situazione di non crescita e di non sviluppo. Niente crescita perché il Pil perde terreno. Niente sviluppo perché il malaffare dilaga, la partecipazione scarseggia, la democrazia, la libertà e i diritti sono calpestati, l’ambiente è distrutto, la fiducia nelle istituzioni è in picchiata. E mi fermo. Eppure c’è un mondo a parte, fatto di giornali, televisioni, pseudo intellettuali, pezzi di società che hanno goduto e continuano a godere delle prebende del sistema locale di potere, che insiste con l’illusione. Pagine intere e documentari che elogiano la bella e sviluppata Basilicata. C’è una maggioranza politica che continua nel tentativo maldestro di convincere i cittadini che qui “i monti sorridono e le caprette fanno ciao”. I giochi di prestigio, come quello del presunto referendum sull’articolo 38 dello Sblocca Italia, non incantano più nessuno. O si cambia o si muore.
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