La Basilicata della decadenza e della banalità

28 settembre 2015 | 18:13
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La Basilicata della decadenza e della banalità

Vi racconto della politica in barattolo, quella conservata e surrogata piena di coloranti e additivi. Vi racconto della gente suggestionata da se stessa: crede di sapere, di volere, di potere

Magari con improbabili riflessioni, e illusioni, sui social network. Siamo nell’epoca di una decadenza senza limiti. Improvvisatori, impostori che nei programmi televisivi, radiofonici e persino sui giornali, banalizzano ogni cosa per avere ascolto da un popolo con un tasso di analfabetismo funzionale senza precedenti. Un popolo che critica sprovvisto di un’opinione. Un Governo che comunica falsando ogni cosa. Qui in Basilicata c’è gente che fino a ieri ha fatto nessun mestiere e si improvvisa esperta di tutto. È pagata dalle istituzioni e dai partiti per battere quattro righe copiate da documenti scritti venti anni fa. Ma loro, chissà per quale magia, sono diventati esperti. Qui in Basilicata c’è gente che un giorno metteva i timbri su documenti che non sapeva leggere. Oggi è dirigente di qualcosa o coordinatore di qualche partito. Qui c’è gente che manipola documenti e delibere per favorire tizio e caio. Tanto il popolo ignorante non capisce un cazzo, né si prende la briga di andare a guardare le carte. La decadenza è sotto gli occhi di tutti quelli cha hanno occhi e soprattutto cervello. Giornali che dicono sempre le stesse cose senza mai rischiare nulla. Una televisione regionale che fa da portavoce ai comunicati stampa dei vanitosi e dei poteri forti, senza mai un commento, una riflessione, un approfondimento. Politici che ritengono di guadagnarsi migliaia di euro al mese scrivendo qualche post su facebook, poetando di qua e di là. O magari proponendo leggi inutili. Il superficialismo dell’azione che innalza a grande evento culturale anche la sagra della cacca dei gatti siamesi. Il semplificazionismo del pensiero, che esalta poeti improbabili e ridicoli, su tavole bandite di prodotti tipici. Il banalismo dello snob di paese, che sancisce il merito di pseudo intellettuali senza arte né parte. La sostanza delle cose e del pensiero s’è disciolta nell’ebrezza del protagonismo provinciale. La nostra è una società mediocre, imbarbarita dalla violenza dell’ignoranza. Il nulla prevale in ogni luogo. Bisogna reagire all’istante. Non rivolte appoggiate sulle pantofole, non rivoluzione scritte sul diario. Bisogna che le giovani generazioni sappiano leggere i segni della decadenza e cancellarli con la loro intelligente determinazione. Ribellatevi. Almeno voi che siete ancora qui. La sintesi del dominio cui siamo sottoposti è negli occhi di quel bambino che non ha le scarpe e che cammina sulla terra infangata dalla corruzione, dal business dei rifiuti e del petrolio. Voi a quegli occhi potete offrire uno sguardo nel futuro. Forza ragazzi.