Parco dell’Appennino lucano, il mistero del nulla osta per i lavori a Calvello

6 agosto 2015 | 18:37
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Parco dell’Appennino lucano, il mistero del nulla osta per i lavori a Calvello

E’ stata depositata oggi una interrogazione a firma del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle – Gianni leggieri – avente ad oggetto la vicenda del nulla osta rilasciato dall’Ente Parco Nazionale Appennino Lucano – Val d’Agri – Lagonegrese per i lavori di variante all’allestimento dell’area cluster “Cerro Falcone 3-4” in località Bosco Farneto, in agro di Calvello. Il parere favorevole con prescrizioni è stato rilasciato in data 5 agosto 2015 con motivazioni che appaiono all’interrogante assolutamente inspiegabili. L’area in questione, infatti, ricade all’interno del Parco Nazionale in una zona classificata zona 2, ovvero “ di rilevante interesse naturalistico, paesaggistico e culturale con limitato grado di antropizzazione”. In realtà, però, lo stupore per la decisione dell’Ente Parco, diviene addirittura sbigottimento quando si legge l’Autorizzazione Paesaggistica favorevole (la n. 19AD.2015/D00048) rilasciata dal Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Basilicata in data 03 febbraio 2015, dalla quale si evince che le opere previste si configurano come un diversa allocazione di manufatti, alcuni rimovibili, e le stesse non determinano alcuna alterazione dello stato dei luoghi. E’ chiaro allora che il parere favorevole dell’Ente parco è diretta conseguenza del parere favorevole già rilasciato dalla Regione Basilicata, in concreto dal Dipartimento Ambiente. Ciò che non si riesce proprio a comprendere, è come si riescano a coniugare questi pareri favorevoli espressi prima dal Dipartimento Ambiente e poi dall’Ente parco, con l’art. 3 lett. N) all. A del Decreto del Presidente della Repubblica (Decreto istitutivo dell’Ente Parco Nazionale Appennino Lucano – Val d’Agri – Lagonegrese) il quale prevede espressamente il divieto di attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi liquidi e relative infrastrutture tecnologiche. “Con l’interrogazione di oggi si si spera di ottenere risposte da parte della Giunta regionale, nel tentativo di capire come mai, nonostante il divieto previsto dalla stessa legge istitutiva dell’Ente Parco, si possano tranquillamente autorizzare attività connesse a quella petrolifera in una zona ricadente proprio nella perimetrazione del parco. Sono misteri tutti lucani che si spera prima o poi di riuscire a chiarire”.

Il consigliere regionale M5S Gianni Leggieri