Lo Stato che ‘niente sacciu, niente vidi, niente dissi’

22 agosto 2015 | 10:30
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Lo Stato che ‘niente sacciu, niente vidi, niente dissi’

“Cambiamento strategico nell’organizzazione dei reparti”. E’ questa la motivazione con cui la ‘gloriosa’ Arma dei Carabinieri esautora il colonnello Sergio De Caprio, nome in codice Ultimo, 

dal comando del Noe. E così niente più compiti operativi, niente indagini, per questo “valoroso servitore dello Stato”. Di quello Stato che ama riempirsi la bocca con frasi di riconoscenza solo quando è ormai troppo tardi. Di questo ‘stato’ gli italiani perbene non sanno più cosa farsene. L’uomo che arrestò Totò Riina che ha condotto tra le più importanti indagini degli ultimi anni viene di fatto spostato dietro a una scrivania. Nelle indagini condotte dal capitano Ultimo compaiono nomi ‘importanti’ quelli che …”sarebbe meglio non menzionare”. Nomi che in modo trasversale toccano la politica italiana, l’alta finanza e perfino il Vaticano. Nelle intercettazioni raccolte dal Capitano Ultimo spuntano ‘chiacchierate’ significative- come quella tra l’allora esponente del Pd Mattero Renzi e il generale della Guardia di Finanza Adinolfi in cui l’attuale premier si esprimeva in modo poco lusinghiero nei confronti dell’allora capo del governo Letta. Nelle indagini di Di Caprio sono finiti banchieri e finanzieri dai nomi illustri. Alti rappresentanti dello Ior, la banca vaticana, le potenti cooperative rosse. Tutto il sistema che ruotava attorno a questi centri di ‘potere’ Ultimo e i suoi uomini lo hanno passato ai raggi X. E allora quella motivazione “cambiamento strategico nell’organizzazione dei reparti” ha più il sapore di un ‘promoveatur ut amoveautur’. Sia promosso affinchè sia rimosso. E’ così che deve funzionare lo ‘stato’ che premia i suoi valorosi servitori. Del Capitano Ultimo resteranno scolpite nelle memoria degli italiani perbene l’impegno, le inchieste e il suo volto ignoto. Di questo ‘stato’ che “niente sacciu, niente vidi, niente dissi“ rimangono le facce bronzee di presidenti, ministri, questori, prefetti e sindaci che, meglio se a favor di telecamera, esprimono incredulità e sdegno per i funerali-spettacolo di un ‘padrino’ celebrati nella città eterna in una fin troppo tranquilla giornata d’agosto.