Trivelle nello Jonio: l’assessore Berlinguer resta con un pugno di mosche in mano

2 luglio 2015 | 16:57
Share0
Trivelle nello Jonio: l’assessore Berlinguer resta con un pugno di mosche in mano

Torna con un pugno di mosche in mano la delegazione “indipendente “ guidata da Berlinguer dal Ministero dell’Ambiente sulla questione trivelle nel mar Jonio. Torna indietro con un prevedibile nulla di fatto, la regione Basilicata aveva tempo e modo per pensare a tutelare il mar Jonio, non solo nelle osservazioni che ha prodotto in ritardo sulla D79 ma nei continui rapporti che ha avuto Pittella con il ministro Guidi sulle trivellazioni in terraferma. Escludere il Golfo di Taranto come per il Golfo di Venezia era possibile in base al principio di precauzione e su questa storia abbiamo riempito giornali e tv configurando addirittura il probabile razzismo ambientale. Alla fine la ricerca petrolifera nel Mar Jonio passa per bocca del Ministero Ambiente e secondo quando riportato dalla stampa addirittura come uno studio delle compagnie petrolifere (come dire: di cosa vi preoccupate ?). E’ solo “Una valutazione di impatto ambientale non equivale ad un titolo concessorio ” sono le parole del sottosegretario Velo, peccato che con lo Sblocca Italia si va verso il titolo concessorio unico, con acquisizione di diritto ad estrarre dopo la ricerca. Sblocca Italia a cui la Basilicata non si è opposta agli inizi di quest’anno ,mentre ha deciso ultimamente di impugnare relativo regolamento. Lo studio invece sul Mar Jonio il Ministero dell’Ambiente lo avrebbe dovuto fare prima applicando il principio di precauzione. Principio di precauzione che dice chiaramente che se non hai uno studio scientifico imparziale e non di parte non si autorizza nulla. In realtà lo studio che ha portato all’autorizzazione per la ricerca petrolifera con air guns nel Mar Jonio è stato presentato dalla compagnia petrolifera e i pareri sono stati rilasciati solo dopo le osservazioni di cittadini e associazioni, alcuni comuni, la regione Calabria e la Puglia (la Basilicata non ha prodotto osservazioni, come riportato nel decreto D79), passando da una commissione V.I.A. Commissione V.I.A. che non tenuto in debita considerazione due elementi non di poco conto sul rilascio al permesso della ricerca petrolifera:1) la questione della presenza massiccia dei cetacei nel Golfo di Taranto, tanto che la stessa Ispra classifica (vedi slide allegata) area da candidare come area protetta per la tutela dei cetacei;2) la presenza delle famose navi dei veleni, argomento già ampliamente trattato da due procure e diverse commissioni parlamentari. Di là del famoso studio di ricerca petrolifera nel mar Jonio chiediamo ai responsabili del Ministero Ambiente: che garanzie date alle popolazioni (prima che alle attività economiche) su eventuali rischi di contaminazione tossica e/o radioattiva a seguito della presenza delle navi dei veleni? Avete fatto un monitoraggio per verificare il punto zero ambientale prima di fare delle attività con air guns nei fondali marini? Berlinguer e Pittella facciamo meno propaganda politica, e se vogliono salvare veramente il mar jonio, inizino ad applicare il principio di precauzione anche alle estrazioni in terra ferma, diversamente non gli facciamo un’altra colpa, chiedano scusa e vadano a casa. A brevissimo porteremo all’attenzione delle istituzioni e dei cittadini atti concreti da produrre per fermare la devastazione del nostro territorio e del nostro mare sulla questione trivellazioni petrolifere.

Comitato NoScorie Trisaia