Impugnativa Sblocca Italia non è atto esaustivo

1 luglio 2015 | 17:48
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Impugnativa Sblocca Italia non è atto esaustivo

“L’impugnativa dell’art.38 dello Sblocca Italia, decisa ieri in Consiglio Regionale, che si interpreta come un evidente passo indietro del Presidente Pittella, sinora ostinato a ricercare il “corridoio diplomatico” con il Premier Renzi, non può rappresentare una sorta di atto esaustivo per difendere il territorio e dare risposte alle legittime aspettative della comunità lucana”. E’ il commento del capogruppo di Forza Italia Michele Napoli motivando il voto di astensione alla mozione e aggiungendo che “se non si affronta la questione petrolio in tutta la sua complessità e ci si lascia trasportare dall’emotività corriamo il rischio di sembrare una classe dirigente che naviga in balia delle onde e, fatto più grave, lo fa su un tema così importante, così sensibile, un tema che è fortemente avvertito dalla nostra gente”. Nel ricordare di aver sottolineato in più occasioni l’importanza di affrontare questo tema cercando una condivisione quanto più ampia possibile per andare sui tavoli decisionali con una risoluzione che avesse la giusta valenza di natura politica, il capogruppo di Fi aggiunge che “se questo non è accaduto in passato vorrei non si ripetesse oggi”. Per Napoli, inoltre, “la rinnovata iniziativa del Governo e del Consiglio Regionali contestualmente alla battaglia costituzionale sullo Sblocca Italia deve puntare ad accelerare il confronto di concertazione con il Governo e le compagnie attraverso una chiara strategia: non ci possiamo accontentare di qualche punto percentuale in più di royalties. Il traguardo, tutto ancora da raggiungere, è di evitare il rischio che lo “Sblocca Italia” riservi solo briciole alla Basilicata, nonostante il suo notevole apporto alla questione energetica del Paese”. “Ho sempre ritenuto – continua il capogruppo di Fi – che se si vuole affrontare efficacemente la questione petrolio non si può non partire da un’analisi del rapporto fiscalità-risorse per capire chi ci guadagna realmente con il petrolio. E’ lo Stato il soggetto che percepisce gli introiti più rilevanti derivanti dal petrolio lucano perché il prelievo fiscale sulle attività petrolifere ( tra IRES, Addizionali IRES, Robin Tax e IRAP) raggiunge il 62%, a cui bisogna aggiungere le royalties per le estrazioni sul territorio, queste sì destinate agli enti locali, che stanno esattamente al 10%. Stante questo quadro di fiscalità generale – sottolinea Napoli – è legittimo pretendere che lo Stato faccia la sua parte per la Basilicata, considerando questa regione per quello che è: una opportunità piuttosto che un problema.” “Non si deve sottovalutare – continua il capogruppo di Fi – che con il petrolio ci guadagna insieme allo Stato l’Eni di cui comunque lo Stato detiene quote azionarie. E’ questa dunque la vera tassa occulta che tutti noi paghiamo allo Stato, mentre dal 1998 ad oggi la Basilicata ha dimostrato, nei fatti, di essere uno straordinario laboratorio di federalismo fiscale in riferimento a due risorse fondamentali come l’acqua e il petrolio, ricevendo in cambio poco o quasi nulla. In definitiva – conclude – se braccio di ferro ci deve essere con il Governo Renzi ciò avvenga a tutto campo”.