Un figlio ha diritto di avere l’amore di entrambi i genitori

27 giugno 2015 | 10:08
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Un figlio ha diritto di avere l’amore di entrambi i genitori

L’argomento all’ordine del giorno, dibattuto in ogni – dove è il riconoscimento dei c.d. “Diritti Civili”: legami di fatto, filiazioni, adozioni a coppie eterosessuali piuttosto che omosessuali . E’ vero, uno Stato laico ha il preciso dovere di riconoscere e tutelare i diritti di ciascun individuo e di garantirne la piena attuazione ma è pur vero che a volte ci si applica in dissertazioni dottrinali ed etiche dimenticando la tutela di diritti superiori, riconosciuti e già acquisiti. Mi riferisco al diritto dei minori, coinvolti nella guerra delle separazioni, ad avere l’amore di entrambi i genitori. Si parla di divorzio breve, di accelerazioni burocratiche ed alleggerimento del carico nei Palazzi di Giustizia senza tener conto che, dietro lo scioglimento di un legame coniugale, l’oggetto del contendere nella maggior parte dei casi sono i figli. Usati per perorare le ragioni dell’uno e dell’altro genitore il più delle volte vengono privati del diritto sacrosanto ad essere amati da entrambi. Solitamente il diritto maggiormente negato è quello dell’amore paterno. Ai padri, ridotti al lastrico ed alla povertà, viene riconosciuto l’ affido condiviso sul piano formale, nella sostanza tale diritto è subordinato alla volontà del coniuge con il quale il figlio domicilia. Uno sporadico diritto di visita – per poche ore – qualche fine settimana e forse una vacanza. Questo è il quadro nella migliore delle ipotesi! Mi chiedo se la rabbia, spesso vendetta per un amore finito, possa sopraffare l’interesse superiore del minore? Nello scontro tra i coniugi ed i rispettivi legali chi è il difensore “super partes” del minore? Un padre che tale è, e resta anche con la separazione, può rivendicare il diritto ad amare la sua creatura a colpi di carta bollata? O meglio un figlio ha il diritto di costruire un rapporto con il proprio papà a prescindere dalla fine della convivenza? Credo che uno Stato debba tutelare i diritti dell’individuo tanto se genitore quanto se figlio! Legiferare sull’affido condiviso lasciando la scelta delle modalità dell’esercizio dei diritti ai separandi piuttosto che al Giudice ha creato comunque un vuoto all’interno del quale si consumano lotte a discapito dei figli, assurti a “pacchi postali”. Forse sarebbe opportuno prendere in esame alcune semplicissime proposte. Ad esempio fissare con legge una carta a tutela dei figli, carta nella quale indicare principi generali di affido, di visita, di norme comportamentali dei genitori in sede di separazione che ne definiscano la parità di diritti ad “amare”, salvo e diversa prova contraria. Riconoscere e nominare un difensore “ terzo” del minore conteso. Il minore ha il diritto di vivere e crescere con “entrambi” i genitori, anche se separati. Il minore ha diritto di non scegliere chi amare di più. Il minore ha il diritto alla spensieratezza, alla serenità, al gioco ed al sorriso sempre e comunque. Uno Stato dimostra il più alto grado di civiltà quando non nega più il diritto del minore ad essere amato.

Avvocato Dina Sileo, presidente Rivolta l’Italia Basilicata