Morti ‘sospette’ all’ospedale di Andria

24 giugno 2015 | 09:53
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Morti ‘sospette’ all’ospedale di Andria

Tra il 2013 e il febbraio 2015 si registrerebbe un’impennata di decessi per cui sarebbe salito in modo spropositato il tasso di mortalità intraospedaliera in quel reparto: almeno nove sarebbero i decessi avvolti nell’ombra

Già nell’ottobre del 2014, in seguito ad una segnalazione inviata via e-mail da un medico al Direttore Generale dell’Azienda sanitaria Asbat, fu istituita una “ Commissione per la  valutazione dell’ appropriatezza in campo sanitario” che in realtà si sarebbe occupata esclusivamente del reparto Utic/Cardiologia dell’ospedale di Andria. I membri medici della Commissione, infatti, sono tutti cardiologi e il primo atto della Commissione sarebbe stato di chiedere alla Direzione Medica di Presidio dell’ospedale di Andria la copia di sei cartelle cliniche di pazienti ricoverati in Cardiologia, e tutti deceduti. Ma andiamo per ordine.

Una lunga lista di morti sospette

Il primo caso di decesso finito con un rinvio a giudizio di un medico, per omicidio colposo, risale al 13 luglio 2010. Il procedimento penale è ancora in corso: la sentenza è prossima a venire.

Il 13 maggio 2013, la signora G.M. è ricoverata per “ sindrome coronarica acuta ”; dopo quattro giorni la paziente muore per “ arresto cardiaco da ipersodiemia”, non riconosciuta e quindi non trattata.

Il 17 gennaio 2014 è ricoverato A.M. di anni 65, per “ scompenso cardiaco”. Muore dopo 4 giorni. Il decesso sarebbe stato scoperto per caso dagli infermieri nel corso del controllo pomeridiano dopo il cambio turno. Sembra che il paziente non sia mai stato monitorizzato. La cartella clinica sarebbe stata manipolata, post mortem, da un medico nel tentativo di occultare la grave circostanza.

Lo stesso giorno, alle ore 15, è ricoverato F. L’ E, 73 anni, per “ sindrome coronarica acuta ”. Muore dopo sei ore per “arresto cardiaco da distacco di protesi meccanica aortica”. Sembra che la diagnosi di morte sia inverosimile poiché non supportata dalla relativa indagine ecocardiografica; Il paziente inoltre non sarebbe stato neppure sottoposto a Rx-Coronarografia, che avrebbe potuto essere risolutiva per la vita dello stesso.

Il 9 maggio 2014 è ricoverato G.I., 55 anni. È trasferito il 14 maggio nell’Unità Operativa di cardiologia dell’ospedale di Bisceglie, dove muore tre giorni dopo per “emorragia cerebrale massiva”. Sembra in questo caso che nel Reparto di Cardiologia dell’ ospedale di Andra il paziente non solo non sia stato riconosciuto nella sua condizione di alterata emostasi, ma sia stato sottoposto a un’errata terapia farmacologica, che avrebbe accelerato la già forte emorragia.

L’8 luglio 2014 su intervento del 118, F. Di G. è ricoverato per “ arresto cardiaco ” nell’Unità Operativa di Rianimazione, dove muore qualche giorno dopo. Il paziente era stato dimesso il 3 luglio dall’Utic-Cardiologia dello stesso ospedale, dove era stato ricoverato il 27 giugno. Sembra anche in questo caso che una più accurata condotta da parte dei medici avrebbe evitato la morte del paziente: in corso di eco-stress, eseguito giorni prima, un blocco di cuore non avrebbe avuto un adeguato rilievo.

Il 23 agosto 2014 è ricoverata F.G di anni 78, per “ sindrome coronarica acuta ”. Muore 2 giorni dopo per “arresto cardiaco da ipo-potassiemia in infarto acuto di cuore”.  Sembrerebbe che una più corretta condotta diagnostica e una più attenta terapia farmacologica avrebbero evitato la morte della donna.

Il 30 gennaio 2015 è allertato il 118 di Andria per un “ arresto cardiaco ” subito da V. Di G., 66 anni. Dopo essere stata assistita, la paziente veniva ricoverata in Rianimazione, dove moriva qualche giorno dopo. La paziente era stata dimessa il giorno precedente dalla Cardiologia dell’ospedale di Andria, dove era stata ricoverata il 19 gennaio, con diagnosi di “ sincope ”. Sembrerebbe anche in questo caso che una gestione diagnostica più attenta avrebbe consentito di individuare la causa delle sincopi e quindi salvato la vita della donna.

Il 24 febbraio 2015 viene ricoverato, nell’ospedale di Bisceglie G.L., di anni 58, dopo essere già transitato il giorno precedente dal locale Pronto Soccorso, per “ dolore toracico anteriore ”. Il 26 febbraio, persistendo la sintomatologia dolorosa e aggravandosi il quadro clinico generale, il paziente viene accompagnato nell’Unità Operativa di Emodinamica del reparto di Cardiologia dell’ospedale di Andria, nella convinzione ( pare errata ) che si trattasse di un infarto di cuore. La coronarografia non avrebbe evidenziato alcuna anomalia, ma il paziente muore poco dopo. La causa sospetta della morte sarebbe stata individuata troppo tardi: “Miocardite fulminante”, non prontamente riconosciuta e trattata. La cartella clinica è stata sequestrata dai Carabinieri. Il caso è  oggetto di indagine da parte della Procura della Repubblica di Trani, che ha già inviato i primi avvisi di garanzia.

Gli esiti del lavoro della Commissione

Sembrerebbe che la Commissione istituita nell’ottobre del 2014, abbia terminato da poco il lavoro. Con quali esiti? Oggi i risultati non sono disponibili né resi pubblici, almeno così pare. Sembrerebbe, da voci interne all’ospedale, che l’Azienda Sanitaria abbia consegnato le carte alla Procura della Repubblica di Trani. Attendiamo le valutazioni della magistratura? Chissà. Sarebbe interessante leggere la relazione della Commissione.

Perché tutti questi morti?

Per carità, magari il tasso di mortalità nella Cardiologia di Andria è nella media nazionale. Magari è eccessivo immaginare chissà quali diavolerie. Certo è che alcuni decessi suscitano molti dubbi anche negli stessi medici. Così come certo è che qualcosa non funziona. Magari un Direttore di Dipartimento Cardio-Toracico dovrebbe essere più presente e attento? Magari qualcuno fa il Responsabile di fatto della UTIC, e magari quel qualcuno non è specialista in Cardiologia o non ha un’anzianità di servizio all’altezza del compito? Chissà. Giriamo le domande al nuovo Commissario dell’Azienda Sanitaria BAT, Ottavio Narracci, dal quale i cittadini, probabilmente, si attendono risposte convincenti.