L’Isis e l’Europa che non s’ha da fare

26 giugno 2015 | 17:56
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L’Isis e l’Europa  che non s’ha da fare

Nasce l’Isis, come un fungo. Dalla sera alla mattina. I media ne parlano come se si trattasse di una vicenda di lunghi anni, sollevata ogni giorno all’ora di pranzo. Sfido chiunque abbia memoria a parlare dell’Isis come qualcosa che esisteva dieci anni fa. Un po’ come lo spread. Nessuno sapeva cosa fosse. Nessuno ne aveva mai sentito parlare. Ma poi, all’improvviso, come una magia, lo spread diventa la questione principale. Chi è il responsabile di questi giochi di prestigio? Le televisioni, i giornali, certa politica, tutti i media sottomessi al volere dei Poteri senza scrupoli. Sono un complottista? Sì. Non mi resta che fare il “complottista” in questo mondo di fasullerie congelate. L’attentato in Francia di oggi e di ieri è stato organizzato da chi ha interesse a mantenere l’Europa in una condizione di instabilità. Organizzato da chi ha pianificato l’esodo degli africani in Europa. Attraverso l’Italia. Perché mai l’Isis non attacca gli Stati Uniti? Lo farà, quando decideranno gli Stati Uniti. La cosiddetta emergenza profughi serve a tenere l’Italia sotto scacco. E l’Italia sotto scacco diventa un problema europeo. E il problema europeo fa gioco a chi tutto questo lo decide a tavolino. Magari al summit Bilderberg. O magari alla Casa Bianca. Cari cittadini, se credete a quello che vi dicono sui media siete degli sconsiderati. La strategia è chiara. Diffondere paura, disorientamento, panico. Creare situazioni conflittuali anche attraverso la questione greca. L’Europa non s’ha da fare. Ecco il motivo. Perché se l’Europa si fa, molti interessi vanno a farsi fottere. Grandi interessi che calpestano piccoli cittadini.