Don Uva: difficoltà causate dalla distrazione di fondi

11 giugno 2015 | 16:44
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Don Uva: difficoltà causate dalla distrazione di fondi

Quanto emerge dalle indagini dalle procura di Trani sulla vicenda del Don Uva, che ipotizza a carico degli amministratori dell’ente i reati di associazione a delinquere con lo scopo di dissipare le ricchezze dell’istituto, occultamento di ingenti somme di denaro, assunzione di “personale inutile e incompetente” in maniera clientelare, falsificazione di scritture contabili, non fa altro che confermare ciò che da tempo sosteniamo, insieme alle Organizzazioni sindacali. Viene, cioè, confermato che le difficoltà della “Divina Provvidenza” erano causate dalla distrazione dei fondi da parte degli amministratori e che a pagare il prezzo di tale spregiudicata gestione sono stati i lavoratori. Nonostante i soldi incassati puntualmente dalla Regione Basilicata, infatti, l’Ente ha messo in atto uno scellerato piano di licenziamenti, camuffandolo come “piano di risanamento”, che ha portato la struttura di Potenza ad avere 370 lavoratori dai 620 iniziali. Emerge ora con grande chiarezza ciò che le Organizzazioni Sindacali hanno da sempre evidenziato, e cioè che gli esuberi dichiarati erano fittizi e che le perplessità sulle ultime assunzioni, che l’inchiesta definisce senza mezzi termini “clientelari”, erano più che fondate. Tale situazione mette in luce la necessità di una razionalizzazione dei carichi di lavoro, in particolare per quanto riguarda il rapporto tra i lavoratori “indiretti” e quelli “diretti”, quelli cioè che lavorano nei reparti e su cui gravano carichi di lavoro spesso insostenibili. Appare, inoltre, indispensabile accelerare con urgenza il processo di riorganizzazione dell’Ente, superando al più presto la fase commissariale affidandone la direzione a soggetti con solide e specifiche competenze nel settore, riprendendo, al tempo stesso, in Consiglio regionale la discussione sull’ipotesi di separazione della struttura di Potenza con quella pugliese e la costituzione di una eventuale società pubblico/privata.

Giannino Romaniello, consigliere regionale Basilicata