Viadotti a rischio crollo sulla Basentana

6 maggio 2015 | 10:10
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Viadotti a rischio crollo sulla Basentana

Viadotti a rischio crollo sulla Statale Basentana, il tratto viario che collega la Basilicata alla Puglia e fa da anello di congiunzione tra le due province lucane. L’allarme arriva da Nicola Bonelli, geometra che da anni si occupa dei problemi strutturali che affliggono i viadotti di quella strada, che affondano i loro piloni nel fiume da cui l’arteria prende il nome. 

Trent’anni di interventi poco adeguati. “Era il 1985 quando l’Anas costruì una prima briglia a protezione delle fondazioni del Viadotto Calciano II – ricorda Bonelli- Sin da subito tale briglia si rivelò inadeguata allo scopo dichiarato. Delle 14 campate che formano il viadotto la corrente aveva scalzato le fondazioni della terza, quarta e quinta pila. A fronte di queste pile fu realizzata una briglia di 50 metri. Negli anni seguenti, dopo aver riempito di materiale il tratto a monte della briglia la corrente del fiume deviò verso destra provocando un’incisione nel fondo alveo, scalzò il plinto di una pila e ne scoprì i pali”. Lavori che non erano serviti a nulla evidentemente visto che la piena del marzo 2011, demolì i pali e provocò il crollo della pila e di due campate.

Tre anni dopo l’alluvione. Dopo aver ricostruito la pila e le due campate l’Anas realizza una seconda briglia sempre a valle del viadotto Calciano II e di nuovo a protezione delle fondazioni delle pile. “L’opera- spiega Bonelli- ultimata nel dicembre 2014, si estende per circa 100 metri a fronte delle prime 6 campate, a partire dalla sponda destra, lasciando scoperte le altre otto campate (250 metri) della restante parte del viadotto, sotto le quali la corrente potrà divagare”. Ed anche in questo caso l’opera non ha retto la forza dell’acqua. Infatti, dopo la piena del marzo scorso, la corrente è già traslata altrove, causando lo scalzamento delle 4 pile che sostengono la campata centrale delle due carreggiate. “Che- avverte il geometra- potrebbero crollare già alla prossima piena”.

Non va meglio per un altro viadotto. Si tratta del Calciano 1, qui sono visibili una briglia abbandonata e quattro plinti scalzati. Errare è umano-recita un vecchio adagio- ma perseverare, in questo caso, può essere molto pericoloso per gli automobilisti che ogni giorno percorrono la Basentana. “E’ alquanto evidente-commenta il geometra Nicola Bonelli- che il progettista di quelle briglie non sembra avere molta dimestichezza con Idraulica e Morfodinamica fluviali, e non conosce il fiume Basento. Il cui alveo è sovralluvionato, e scorre su un materasso alluvionale facilmente erodibile in profondità. Non è incassato- aggiunge-la corrente può traslare su tutta la pianura fluviale”. Poi Bonelli ribadisce quali secondo lui le misure per risolvere il problema una volta per tutte. “Di fronte a questo fenomeno erosivo divagante- sostiene- non bastano briglie parziali. Ma occorrono 2 briglie totali della stessa lunghezza dei viadotti, 500 metri per Calciano 1 e 350 metri per Calciano 2. A meno che non si adotti una soluzione alternativa”. Che però al momento non pare intravedersi. Nemmeno all’orizzonte. Una storia tutta italiana, dunque. Di quelle in cui, stando così le cose, si correrà ai ripari quando il danno sarà ormai irreparabile? Ci auguriano di no.