Oggi, a Melfi, la Lucania si è arresa a Renzi

28 maggio 2015 | 13:03
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Oggi, a Melfi, la Lucania si è arresa a Renzi
Oggi, a Melfi, la Lucania si è arresa a Renzi
Oggi, a Melfi, la Lucania si è arresa a Renzi
Oggi, a Melfi, la Lucania si è arresa a Renzi
Oggi, a Melfi, la Lucania si è arresa a Renzi

Questa mattina la Basilicata si è arresa a Renzi davanti ai cancelli della Fiat di Melfi. Mentre il premier, in conferenza stampa, raccontava la favola ‘a gettoni’ del jobs act, dei precari stabilizzati e altre sciocchezze da campagna elettorale, fuori ai cancelli c’era un’aria desolata. Sinistra ecologia e libertà diffondeva i volantini su ‘lavoro, dignità e diritti (anche su ambiente salubre)’, ma la predica era rivolta al deserto. I lavoratori del polo Fiat di Pomigliano, licenziati da Marchionne lo scorso anno, vestiti da clown, intonavano i loro vecchi inni di lotta. Inni che apparivano sempre più fiochi e solitari. Davanti ai cancelli c’era qualche timido striscione ‘No triv’, e ‘Mo basta’. E poi basta. Dov’è finita la Basilicata sbeffeggiata da Renzi, che il 4 dicembre scorso, a Potenza, urlava ‘no’ al decreto Sblocca Italia, che di fatto ha rimesso nelle mani del premier le decisioni su nuove trivellazioni? Assente. Come era assente la coscienza civile di un popolo che evidentemente ha accettato la fiattizzazione e la petrolizzazione delle coscienze in cambio di un lavoro. Dato, atteso. O promesso. Oggi festeggiano Renzi e Marchionne. Sorride il Governatore Pittella, suo fedele scudiero. Piange un popolo muto. Piegato. Inerme. Oggi le coscienze lucane appaiono come mai lobotomizzate. Oggi le schiene appaiono piegate come quelle degli operai Fiat Sata costretti a correre dietro alla loro linea senza più neanche il tempo per andare a pisciare! La manifestazione ‘no triv’ del 4 dicembre’ scorso a Potenza, e la lotta dei 21 giorni della primavera 2004, a S.Nicola di Melfi, oggi appaiono più che mai foto sbiadite di un album che non c’è. Oggi tocca riflettere un po’ a tutti. Sindacati, partiti, giornalisti, associazioni, comitati, comitatini e liberi cittadini. Così abbiamo perso tutti. Tra qualche ora le veline racconteranno il lieto evento della visita di Renzi i mille nuovi posti annunciati da Marchionne. Racconteranno la vittoria del jobs act. Una propaganda suonata a tamburo battente. Ma dietro questo racconto ‘fatuo’, si scorge l’assenza complice di un popolo intero. Capace di indignarsi solo sui social network.