Il Giro d’Italia a 70 anni da Cristo si è fermato a Eboli

12 maggio 2015 | 17:04
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Il Giro d’Italia a 70 anni da Cristo si è fermato a Eboli

L’unità d’Italia è anche un Giro ciclistico che ha preso il via il 9 maggio dalla Liguria e che gli organizzatori hanno disegnato come Giro D’Italia 2015! Sono trascorsi 70 anni dalla pubblicazione del capolavoro di Carlo Levi “Cristo si è fermato a Eboli”! Anche la nuova linea Ferroviaria, a grande velocità, si è fermata un poco sopra Eboli, a Napoli. Napoli, capitale del regno delle Due Sicilie, è, ora, l’ultima città di unione Nord Sud. L’Expo porterà a Milano, forse, dieci milioni di turisti. Quale maggiore occasione era di presentare ai visitatori, in questo primo mese di apertura, lo splendore paesaggistico e artistico, dal Nord al Sud, di una delle nazioni più incantevoli del mondo? Il Giro D’Italia come veicolo per presentare l’Italia a milioni di persone, giunte da tutto il mondo e che conosceranno solo una piccola parte del nostro territorio. E’ evidente che dopo Napoli esiste anche un sud, con bellezze incomparabili che, approfittando della contemporaneità Expo e Giro, potevano essere mostrate. La scelta di far fermare il Giro, come il titolo del testo di Levi nei dintorni di Eboli, potrebbe essere stata una scelta non oculata. Il Giro d’Italia non scende sotto Napoli, mostrando, ancora una volta l’Italia tagliata a due. Non c’è più Zanardelli, e regioni escluse quali la Basilicata, la Calabria, la Puglia, La Sicilia, la Sardegna, accettano passivamente, tagliate fuori da questa grande kermesse. Le domande che, come semplice cittadino, rivolgo agli organizzatori sono due: come sono preparate le tappe di un Giro, importante come quello di quest’anno? Qual’è il criterio di scelta dei percorsi? Alcuni scrivono che le strade del sud non son ben tenute; sarebbe questo, se è vero, il motivo per intervenire. Altri hanno detto che le grandi squadre non preferiscono le strade del sud, pericolose. Assistiamo, ogni anno, alle tappe di montagna e alle discese, con curve e strade così strette e con strapiombi che mettono paura, anche a chi assiste al collegamento RAI distrattamente. E’ importante che tanti luoghi comuni siano eliminati e che si racconti, chiaramente, il criterio delle scelte e quali sono i parametri che intervengono per andare in questa o in altra località. Il mio non è uno sfogo amaro di chi vuole alimentare dualismi che non possono e non devono esistere, in una nazione in cui il sangue dei nostri padri è scorso, a fiumi, per consentire di raggiungere quell’unità, necessaria e importante per tutti. Organizzatori. Ci siamo anche noi con la nostra passione verso questo sport e con i nostri luoghi di grande attrattiva turistica. Michele Santoro Presidente Associazione Culturale Presenza Lucana di Taranto