Ecoreati: Governo rischia di far fallire una rivoluzione di legalità

5 maggio 2015 | 17:25
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Ecoreati: Governo rischia di far fallire una rivoluzione di legalità

“Era la volta buona ma a pochi metri dal traguardo il governo cambia idea e, dopo tante rassicurazioni e prese di posizione pubbliche da parte di diversi ministri, sostiene l’emendamento per togliere subito il comma sull’air gun dal disegno di legge sugli ecoreati e lo rispedisce al Senato dove rischia l’affossamento, vista la maggioranza risicata, l’ostracismo delle Commissioni giustizia e ambiente a partire dai loro presidenti e visto che una parte dei senatori Pd non vogliono i reati ambientali nel codice penale. È un atto davvero incomprensibile che rischia di far fallire una rivoluzione di legalità e giustizia, che il Paese attende da 21 anni, per fare un favore alle società petrolifere, soprattutto straniere, interessate a cercare nei fondali marini quantitativi insignificanti di petrolio. È uno schiaffo ingiustificabile per le vittime delle ecomafie e dell’inquinamento che continueranno ad essere senza giustizia. L’esecutivo e la maggioranza che lo sostengono si stanno assumendo dunque una gravissima responsabilità. Continueremo a stare col fiato sul collo di governo e parlamento e seguiremo ogni passo della legge anche in questa quarta incomprensibile lettura del provvedimento, che poteva tranquillamente essere evitata. Confidiamo ora nel presidente del Senato Pietro Grasso, di cui conosciamo bene la sensibilità sul tema della lotta all’ecomafia e alla criminalità ambientale, perché la legge sugli ecoreati sia davvero calendarizzata subito e definitivamente approvata entro il 20 maggio”, è quanto dichiarano Legambiente e Libera, le associazioni promotrici dell’appello “In nome del popolo inquinato: subito gli ecoreati nel codice penale”, sottoscritto da altre 23 associazioni di cittadini, medici, studenti e di categoria. I dati del Ministero dello Sviluppo Economico relativi alle riserve certe di petrolio presenti nei fondali marini italiani, dimostrano un’assoluta irrilevanza ai fini dell’indipendenza energetica: si tratta infatti di poco meno di 10 milioni di tonnellate di greggio, un quantitativo in gioco ridicolo che, stando ai dati sui consumi nazionali (59 milioni di tonnellate consumate in Italia nel 2013), sarebbe sufficiente a garantire il nostro fabbisogno energetico per sole 8 settimane. Le compagnie petrolifere interessate all’uso dell’air gun e che hanno presentato istanze di permesso di prospezione e di ricerca sono in totale 17, di cui 12 straniere (5 britanniche, 3 australiane, 2 norvegesi, 1 irlandese, 1 statunitense).

Legambiente e Libera