Discarica di Matera, sono arrivati gli incantatori di serpenti

17 aprile 2015 | 12:06
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Discarica di Matera, sono arrivati gli incantatori di serpenti

Adduce smette al gioco delle tre carte e fa l’incantatore dei serpenti. L’amministrazione comunale di Matera in una conferenza stampa ha annunciato la probabile chiusura della discarica di La Martella. Il Dirigente, a modo di dire, preposto al settore comunica che la discarica ha ancora 600mc di volumi disponibili e chiude appena possibile; su un quotidiano locale giorni addietro lo stesso dirigente aveva annunziato che la discarica avrebbe chiuso il 19 di aprile e tanto fu comunicato ai competenti uffici della Provincia di Matera e della Regione Basilicata. Noi lo avevamo detto già da tempo che la discarica di Matera è come la tela di Penelope ma che i volumi disponibili erano esauriti già dal Dicembre scorso. La discarica che ha inquinato, che ha già sovrabbancato senza autorizzazione 53 mila mc di rifiuti, ad opera dello stesso “dirigente” gioca con i volumi come se si trattasse di un elastico. Il 16 febbraio di questo anno, nel corso di un sopralluogo effettuato da scrupolosi dirigenti e funzionari dell’amministrazione provinciale di Matera e dell’Arpab, essi ebbero a dire che le comunicazioni del Comune di Matera datate 25/9/2014 e 14/1/2015 riportavano dati volumetrici parziali incoerenti e chiesero al dirigente comunale un chiarimento in proposito ed il rilievo strumentale delle volumetrie visto che non era possibile valutare l’eventuale sovrabbanco rispetto alla volumetria autorizzata perchè non vi erano i picchetti con le relative quote di riferimento per l’abbanco finale. Di tutto questo fu redatto un verbale che è stato inviato anche alle autorità che dovrebbero garantire la legalità. Ci soffermiamo senza dettagliare su quel lago che si innalza sempre di più e che è la parte visibile del percolato presente in discarica. In tre anni sono stati spesi circa 500 mila euro e l’incarico è stato dato sempre alla stessa ditta, una prima volta senza procedura di gara, la seconda volta senza che la stessa avesse acquisito i requisiti richiesti e solo la terza volta l’incarico fu conferito,sembra, in maniera regolare. Malgrado i 500mila euro spesi la situazione del percolato è peggiorata Questa volta ci si accinge a buttare a mare ben 430 mila euro per trattare una piccola parte del percolato presente in discarica ad un prezzo a tonnellata che è almeno il doppio rispetto a quello di un impianto fisso installato in discarica ed in grado di trattare i 100 mila mc di percolato stimati e presenti. Non ci soffermiamo sul tritovagliatore che il Comune ha in fitto e che con l’equivalente costo avrebbe potuto acquistarne almeno uno di occasione. Stranamente l’impianto di compostaggio in tutti i sopralluoghi compiuti è risultato non essere in funzione. Naturalmente di tutto quanto affermato le autorità inquirenti sono state portate a conoscenza direttamente dagli organi preposti alla vigilanza. Per farla breve chiudiamo soffermarndoci sullo sconosciuto pozzo profondo 200 metri e del quale il nostro dirigente ebbe ad affermare in consiglio comunale che l’acqua, al di là della presenza di calcare, è risultata perfetta tant’è che noi la utilizziamo per l’antincendio quindi per gli usi più massivi e massicci che abbiamo in discarica dell’acqua e la utilizziamo anche per i servizi igienici. Noi la utilizziamo correntemente anche per le forniture di acqua per le palazzine e uffici, tant’è che i nostri dipendenti regolarmente utilizzano quest’acqua, non per bere ma fanno la doccia, la utilizziamo per servizi igienici regolarmente. Asserendo altresì che regolari controlli erano stati fatti dall’Asm. Piccolo particolare è che gli organi di controllo, Asm ed Arpab, ne ignoravano l’esistenza ed a seguito del sopralluogo predetto l’utilizzo del pozzo è stato sospeso in attesa di ulteriori verifiche da parte dei predetti enti. Pio Abiusi, associazione Ambiente e Legalità