Bambino violentato nell’ospedale San Carlo
E’ notizia di questi giorni la richiesta di rinvio a giudizio per un uomo che avrebbe abusato sessualmente di un bambino. Anzi di due bambini
Qui in provincia di Potenza. I fatti risalirebbero al 2010. I giornali ne hanno parlato con la solita enfasi sul degrado familiare e sulle caratteristiche dell’orco cattivo. In secondo piano un fatto che dovrebbe far rabbrividire il peggiore dei delinquenti. Uno dei due bambini sarebbe stato violentato nel reparto di pediatria di un ospedale pubblico. Questa circostanza, candidamente, è fatta passare come un dettaglio insignificante, a contorno della narrazione della vicenda. La procura di Potenza scrive: “Abusando della condizione d’inferiorità fisica del minore che era ricoverato nel reparto di pediatria del San Carlo, dove si trovava immobile sul letto con la flebo attaccata a un braccio e con il rilevatore dei battiti cardiaci attaccato all’altro, lo costringeva ad atti sessuali”. Cazzo. Ecco la vera notizia. Un bambino violato nel luogo della cura, nel posto dove chiunque dovrebbe sentirsi protetto. Quella creatura non era seduta sul ciglio di una strada di periferia, al buio, nella solitudine della notte. Quel bambino non era accovacciato a ridosso di un casolare di campagna, rudere dismesso e preda di canaglie senza scrupoli. Quel bambino era ricoverato in un luogo pubblico e preservato, destinato all’assistenza e alla cura. Siamo nel reparto di pediatria, non nella cella del carcere minorile di un paese del quarto mondo. Certa stampa interessata ai “particolari morbosi” della vicenda, fa finta di non vedere un fatto eclatante. Qualcuno ha indagato o sta indagando sulle responsabilità dell’ospedale San Carlo? Lo chiedo alla Procura della Repubblica di Potenza. Lo chiedo a certi giornalisti che fanno cronaca spicciola. E’ inquietante che un bambino subisca violenza nel reparto di pediatria di un ospedale pubblico. O no?