Potenza, il Pd non accetta domande scomode

26 marzo 2015 | 10:06
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Potenza, il Pd non accetta domande scomode

Il dibattito politico ha sempre avuto una sua grammatica: qualcuno pone domande scomode, e l’altro, se non è animato da onestà intellettuale, risponde che il problema non è quello sollevato dal suo interlocutore, ma un altro. È quello che succede in questi giorni nella politica potentina. Dinanzi alle domande scomode che con sempre più insistenza vengono poste, i diretti interessati del centrosinistra non accettano di rispondere, e per reazione provano a menare il can per l’aia: “metodo squadrista”, “basta pensare al passato”, “collaboriamo civilmente”. Ma di spirito di collaborazione, in questi nove mesi, non se n’è visto da parte del centrosinistra. Solo una pervicace intenzione di riprendere posizioni di potere, negli assessorati, nelle strumentali schermaglie sindacali, nell’ostruzionismo consiliare. Non una proposta, non una idea di rilancio (che pure si vanta di avere pronta Santarsiero), non una condivisione. Solo sete di potere, ansia di conquistarlo nuovamente, ferma intenzione di impedirne, o almeno ostacolarne in ogni modo, l’esercizio da parte del nuovo sindaco. Persino le proposte, avanzate da quest’ultimo, di una giunta condivisa, sono state (per ben due volte) frustrate: meglio cucinare il nuovo sindaco a fuoco lento che puntellare la sua consiliatura. Tutto questo, mentre la città va a rotoli grazie a una quindicennale dilapidazione delle risorse pubbliche, di cui nessuno vuole assumersi nemmeno la responsabilità politica, e che qualcuno prova addirittura ad accollare personalmente a Dario De Luca. Questo metodo disonesto di confronto non è accettabile. L’ala dura del Pd la smetta di piagnucolare, e di vantare martiri mai patiti per sviare dalle domande a cui ha l’obbligo di rispondere. Clientelismo, favoritismo, dissesto, non sono “acqua passata”: sono un pericolo concreto anche per domani, effetti di un male profondo e pervasivo che ci fiacca e ci avvilisce da secoli. “Costruire una nuova cultura del rispetto e della legalità, come avrebbe forse detto (tanti anni fa) qualche giovane rivoluzionario divenuto poi giornalista di Palazzo, non è un pranzo di gala”. Antonio Vigilante Scelta Civica Potenza