Il ministro Poletti non sa di che parla

24 marzo 2015 | 16:22
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Il ministro Poletti non sa di che parla

Caro Poletti, lei di scuola capisce niente. Come me. Però possiamo avere in comune una certa immaginazione. Io immagino una scuola dove le ragazze e i ragazzi trascorrono la gran parte della settimana.  Studio, laboratori, sport, divertimento. Arrivano il lunedì, ogni giorno fino alle 17, al venerdì a casa.  Poi il sabato e la domenica a raccogliere fiori nei prati, a fare il volontariato, a giocare con mamma e papà. Immagino tanti ragazze e ragazzi che visitano il mondo. Dall’America latina alla Cina. Immagino una scuola residenziale. Una specie di college all’italiana. Tecnologicamente avanzato, con docenti preparatissimi e pagati come si deve. Da nord a sud. Immagino strutture bellissime. Piscine, campi da tennis, area pattinaggio, ristorante, biblioteca multimediale. Un luogo dove i bambini sono educati alla critica, alla ribellione contro ogni tentativo di censura. Immagino una scuola che educa alla bellezza, che insegni a vedere un film e a godere di un dipinto. Lei, Poletti, non ha capito un cazzo. Le ferie sono un’invenzione. Alle ragazze e ai ragazzi nulla interessa di questa storia. Vorrebbero vivere, capire, intervenire. La scuola in Italia fa schifo. Ma voi siete già pronti a rispondere con la solita tiritera: “Non ci sono soldi”. Puttanate. Intanto proponete una stronzata. Poletti, non capisci un tubo. Per favore, porta al ministro dell’istruzione e al primo ministro il mio più caloroso messaggio: pernacchia in La minore. A te, un flato in Do maggiore. Vuoi vedere che i problemi della scuola sono nelle ferie? Solita italianata.