Decreto Ilva: Cuperlo e Realacci “amici” dell’ambiente (e della legalità)?

1 marzo 2015 | 10:43
Share0
Decreto Ilva:  Cuperlo e Realacci “amici” dell’ambiente (e della legalità)?

In questi giorni si è consumato, sotto gli occhi sbigottiti delle associazioni e dei cittadini per l’ambiente e per i diritti; nonché delle residue componenti democratiche presenti in Parlamento, un ulteriore atto di scempio costituzionale. Forte della sua maggioranza prona, che vota in solitudine e come i ladri di notte la revisione di importanti articoli della Costituzione, la banda Renzi ha inferto un ulteriore pesante colpo di maglio alla nostra Carta, colpendo un cardine dei suoi principi fondamentali. L’art. 2, comma 6, del Decreto Legge n 1 del 2015 sull’ILVA di Taranto, approvato a maggioranza, recita: “Le condotte poste in essere in attuazione del Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria non possono dare luogo a responsabilità penale o amministrativa del commissario straordinario e dei soggetti da questo funzionalmente delegati“. SEL e 5 Stelle hanno proposto la soppressione del su riportato comma 6, sperando ovviamente di incrociare la sensibilità e la cultura del diritto delle aree meno sorde e  servili del Parlamento, ma i Cuperlo e i Realacci, convitati di pietra, hanno scelto di restare nella livida maggioranza che ha votato contro l’emendamento proposto, favorendone il mantenimento e confermando il ruolo palese di reggimutande dei lobbysti che tirano i fili dell’attuale esecutivo. Difendere addirittura l’immunità penale del Commissario ILVA e dei suoi delegati, infischiandosene dei principi di  pari dignità sociale dei cittadini e di eguaglianza davanti alla legge, sanciti  dall’art 3 della Costituzione della Repubblica Italiana, vuol dire fare una scelta di campo ben precisa, che non potrà certo più consentire a questi camaleonti di poter a loro piacimento continuare ad autodefinirsi “amici” dell’ambiente e del diritto!

Coordinamento Nazionale No Triv