Teknosolar, Regione chiede integrazione V.i.a

20 febbraio 2015 | 15:27
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Teknosolar, Regione chiede integrazione V.i.a

In questi giorni, l’Ufficio Compatibilità ambientale della Regione Basilicata ha inviato una richiesta d’integrazione per il proseguimento del procedimento di Valutazione d’Impatto Ambientale con l’obbligo di nuova pubblicazione dell’avviso sull’Albo pretorio dei Comuni interessati (Banzi, Palazzo San Gervasio e Genzano di Lucania) per consentire osservazioni nel periodo previsto per legge in relazione alla costruzione dell’impianto termodinamico Teknosolar. “Chi parlava, già nell’ottobre 2013, di un iter amministrativo quasi concluso, di pareri e nulla osta già ottenuti- si legge in una nota dell’associazione Intercomunale Lucania- aveva sicuramente fretta di fare affari tramite il “Termodinamico”. I simpatizzanti del progetto parlavano, in modo forsennato, di un iter amministrativo quasi concluso e di una società pronta a ricevere l’Autorizzazione Unica ai sensi dell’art. 12 del d.lgs. n. 387/2003. Oggi, dopo la pronuncia del Tar Basilicata sulla vicenda legata all’autorizzazione paesaggistica e lo sconcertante silenzio della Regione che non ha ottemperato a quanto dettato da un’Ordinanza del giudice amministrativo con la quale si richiedeva la trasmissione di specifici documenti, si pensava in un’imminente convocazione del Comitato Tecnico Regionale per l’Ambiente (C.T.R.A.). Dopo 27 mesi dall’avvio del procedimento di Via (era il novembre 2012) arriva richiesta di integrazione. “Che dire-prosegue la nota- dopo oltre due anni ci si accorge delle carenze progettuali, si richiede il progetto definitivo della rete di monitoraggio ambientale; la relazione sui movimenti terra nelle fasi di costruzione/esercizio/dismissione; il progetto della rete di approvvigionamento idrico e di gas naturale con relative opere connesse; ecc. Proprio quella rete di approvvigionamento di gas metano già parzialmente realizzata dalla società Snam Rete Gas S.p.A. con presunti illeciti e indagini già avviate dalla Procura della Repubblica di Potenza. Proprio quell’opera comprensiva di metanodotto e Punto di Intercettazione con Discaggio di Allacciamento (P.I.D.A.) a servizio dell’impianto della Teknosolar Italia 2 S.r.l. che non aveva motivo di essere realizzata in mancanza dell’opera principale quale la centrale termodinamica alimentata da oltre 7.7 milioni di Nmc di gas metano annui. Il metanodotto e il P.I.D.A., quali opere realizzate dalla società Snam Rete Gas S.p.A. nonostante fossero indiscutibilmente connesse all’impianto della Teknosolar Italia 2 S.r.l. ed inscindibili dall’Autorizzazione Unica, sono oggetto di un provvedimento di annullamento in autotutela da parte del Comune di Palazzo San Gervasio e di un ulteriore provvedimento di annullamento in autotutela da parte dell’Ufficio Ciclo dell’Acqua della Regione Basilicata in relazione all’autorizzazione di attraversamento del metanodotto subalveo del Canale Festino. Entrambi i provvedimenti, impugnati dalla Snam Rete Gas S.p.A. dinanzi al Tar Basilicata con due distinti ricorsi tuttora pendenti, riguardano quelle stesse opere la cui progettazione viene richiesta, oggi, dalla Regione Basilicata – Ufficio Compatibilità ambientale come integrazioni al progetto della Teknosolar Italia 2 S.r.l. Alquanto singolare chiedere alla società Teknosolar Italia 2 S.r.l. la presentazione dello Studio d’Impatto Ambientale di quelle stesse opere in parte già realizzate e, in passato, oggetto di specifiche richieste da una differente società quale la Snam Rete Gas S.p.A”. “A nostro avviso- ribadiscono gli esponenti di Intercomunale Lucania-le richieste di integrazioni, pur corpose, sono una minima parte di tutto ciò che è stato oggetto di segnalazione e che riteniamo essere mancanze inaccettabili oltre che gravi superficialità nelle relazioni e studi presentati, ma forse ci vorranno altri 27 mesi perché possa pervenire alla società un’ulteriore richiesta d’integrazione e comprendere che qualunque nuovo studio d’impatto ambientale non potrà mai sanare l’insanabile rappresentato anche dalla mancanza di rispetto dell’art. 12 comma 7 del d.lgs. 387/2003 che prevede la collocazione di impianti FER in area agricola purché ciò avvenga nel rispetto delle tradizioni agroalimentari, della biodiversità e del paesaggio rurale. Quest’ultimo sarebbe irrimediabilmente compromesso dalla maestosità dell’impianto disattendendo, quindi, il principio secondo cui il paesaggio, quale bene comune, obbliga alla responsabilità di preservarlo subordinando ad esso gli interessi dei singoli individui. Il godimento del paesaggio, quale diritto delle generazioni future e memoria storica di una comunità, non può essere ignorato così come affermato da svariate sentenze tra cui quella del Consiglio di Stato n. 2222/2014 secondo cui “il paesaggio è bene primario e assoluto, la tutela del paesaggio è quindi prevalente su qualsiasi altro interesse giuridicamente rilevante, sia di carattere pubblico che privato […] essere considerato come bene primario ed assoluto in quanto abbraccia l’insieme dei valori inerenti il territorio concernenti l’ambiente, l’eco-sistema ed i beni culturali che devono essere tutelati nel loro complesso, e non solamente nei singoli elementi che la compongono”. Inoltre, sembra essere alquanto singolare che la procedura di V.I.A. continui ad essere di competenza della Regione Basilicata pur essendoci analoghi progetti in Sardegna per i quali la competenza, prima regionale, poi è diventata ministeriale. Si pensa veramente che il problema sia da ritenersi risolto tramite la semplicistica e per nulla “esaustiva” dimostrazione che la potenza termica disponibile agli scambiatori, sommata alla potenza termica delle tre caldaie per la combustione di gas metano, non supera i 300 MWt? In conclusione si legge nella nota stampa: “Si rinnova l’invito alla società Teknosolar Italia 2 Srl: dimentichi l’area prescelta alle porte del Comune di Palazzo San Gervasio perché l’alternativa sarebbe solamente perdere tempo ed incentivi statali. L’invito è rivolto anche all’Associazione Nazionale per l’Energia Solare Termodinamica che, continuando ad apparire con i suoi rassicuranti articoli ed interviste, rischia di perdere il treno d’affari diretto negli Emirati Arabi ed in Cina dove aspira a proporsi per la realizzazione di mega impianti termodinamici (CSP) con il know-how acquisito anche grazie alla sperimentazione in Basilicata. Qui da noi non tolleriamo sperimentazioni, deturpazioni e devastazioni. Qui da noi la Terra, quale elemento inscindibile dal Paesaggio, quindi dall’Ambiente, quindi dalla salute, è custodita per essere lavorata e non certamente per essere stuprata”.