L’incidente alla Dow in Val Basento

7 febbraio 2015 | 09:56
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L’incidente alla Dow in Val Basento

Il 16 dicembre 2014 nei pressi della Dow Italia, azienda ricadente nell’area di Pisticci Scalo, si alzò una nuvola di fumo bianco e maleodorante. La versione ufficiale – non si sa suffragata da quali rapporti tecnici – parlerà di vapori di resina non pericolosi. Roberto D’Alessandro su Pisticci.com sollevò la vicenda riportando che l’unica relazione redatta all’epoca fu quella di parte, ossia del direttore dello stabilimento Dow Italia di PisticciScalo, Massimo Checchi, che parlò di: “anomalia tecnica che causò una fuoriuscita di resina epossidica Der 542 – omissis – con sviluppo di una nube di vapore di resina non pericolosa per l’uomo”. La Dow Chemicals, multinazionale americana non nuova a gravi incidenti, ricordiamo Porto Marghera nel 2002, escluse in Val Basento: “eventuali impatti sulle persone o sull’esterno – nessun danno a persone o rischi per l’ambiente” anche se si parlava di sostanze come l’epicloridrina, altamente tossica per l’ambiente e cancerogena. La resina pare venne solidificata dall’impianto d’emergenza immediatamente dopo la fuoriuscita e prontamente raccolta: per essere smaltita come? A nessuno è dato saperlo.

Ad oltre due mesi dall’incidente, l’Arpabnon ha ancora pubblicato alcuna relazione quindi le uniche rassicurazioni in mano sono quelle private. Questa vicenda ricorda che la Val Basento non è solo Tecnoparco e che la normativa in materia di rischio industriale, ha probabilmente conosciuto in Basilicata alcuni suoi limiti, perché? Altre aziende come la Dow compaiono negli elenchi degli impianti a rischio rilevante, tabelle riportate sui siti istituzionali di Ministero dell’Interno ed Arpab, eppure per qualche stabilimento manca il piano d’emergenza esterno.

La Mythen, nota azienda dalla Val Basento, aveva in grembo numerose sostanze sottoposte alla Direttiva Seveso: carburanti, oli vegetali, glicerina pura e fosfato monopotassico la cui pericolosità viene ripresa anche in vecchi verbali di conferenza di servizi sul Sin materano. Bene, la Mythen fino al 29 dicembre compariva anche sul sito della Prefettura di Matera nonostante la cessata attività, ma dopo la richiesta di chiarimenti in merito alla mancata disponibilità del piano d’emergenza esterno (P.E.E.), datata proprio 29 dicembre 2014, il giorno successivo la Mythen sparì dal sito prefettizio: il funzionario interrogato sulla questione disse che non sapeva chi avesse aggiornato il sito e che era un momento concitato; comunque non dovevo preoccuparmi perché la Mythen era ormai chiusa. E’ vero c’è stata una sentenza di fallimento nel marzo 2014 ma neanche in prefettura sapevano la data esatta della cessata attività.

Interrogati Arpab, Comando Provinciale dei VV.FF. e Prefetturadi Matera il quadro rimane nebbioso. Infatti tutti dicono che la Mythen ha chiuso e che tutte le sostanze sottoposte alla  Seveso sono state portate via, ( come le resine della Dow – ndr ) e pare che la Mythen abbia qualche anno fa avanzato un progetto nel quale rientrava il possesso di un serbatoio di metanolo peraltro mai realizzato stando al “parere” degli enti interrogati, ma anch’esso sottoposto a Seveso. Il problema a cui nessuna istituzione ha saputo rispondere è se la Mythen abbia mai avuto un piano d’emergenza esterna, mai riportato sul sito Arpab e richiesto anche in passato da altre associazioni come Ola ed Ambiente e Legalità in concomitanza con l’incendio del gennaio 2013.

Difficile sintetizzare il mancato coordinamentotra istituzioni lucane, ma fatto sta che ad oggi: l’Arpab riporta la Mythen tra gli stabilimenti a rischio industriale, la Prefettura l’ha eliminata dal sito internet il 30 dicembre ed i Vigili del Fuoco dicono che dopo un paio di sopralluoghi è chiaro che non c’è più nulla che denoti attività lavorativa e che l’azienda chiusa non presenta più alcun pericolo, tuttavia neanche i VV.FF. insieme alla prefettura sanno se la Mythen abbia mai avuto un piano d’emergenza depositato ed approvato durante la sua storia produttiva, né la Prefettura di Matera era a conoscenza fino a poco tempo fa dell’esito del sopralluogo dei VV.FF del comando provinciale materano. Con tutto questo coordinamento e col forte dubbio che la Mythen non abbia mai completamente adempiuto alla direttiva Seveso esponendo gli abitanti dell’area ad enormi rischi c’è da stare proprio tranquilli, sicuri che Arpab appena se ne ricorderà pubblicherà anche questa sudata relazione sull’incidente alla Dow.

Giorgio Santoriello