Che età ha il cancro in provincia di Matera?

20 febbraio 2015 | 18:15
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Che età ha il cancro in provincia di Matera?
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Che età ha il cancro in provincia di Matera?
Che età ha il cancro in provincia di Matera?
Che età ha il cancro in provincia di Matera?

Solitamente la frequenza di patologie neoplastiche, e di molte malattie croniche, cresce con l’età. Non molto tempo fa il Movimento5Stelle lucano ha evidenziato che dai dati degli esenti ticket delle Aziende sanitarie lucane

 s’evince in generale una crescita nel numero dei casi seguiti in Basilicata per diverse patologie considerate “civetta” per quanto riguarda l’inquinamento. Dopo un primo approfondimento sulla questione tumori in Basilicata, affrontiamo la situazione relativa alla provincia di Matera. 

Nel paese dei fuochi lucani. Tra 2004/2005 una lista delle Asl di Ferrandina racconta che su 50 persone con cancro (18 tra 43 e 65 anni, e non è terza età, ndr), ci sono stati 42 decessi. Nel 2006 su 13 (6 tra 43 e 66 anni, ndr), 8. Sempre nel 2006, stando ai dati dell’Assistenza domiciliare integrata (Adi, ndr) dell’Azienda sanitaria di Matera (Asm, ndr) erano 23 i soggetti seguiti in esenzione ticket per neoplasie maligne. Nel 2007 per le Asl di Ferrandina su 9 persone col cancro (6 tra 41 e 65 anni, ndr), 7 passano a miglior vita. Stando agli esenti ticket sono 27. Nel 2008 per le Asl di Ferrandina sono 17 i malati (11 decessi, ndr), 5 tra i 20 e i 62 anni. Per le Asm 39. Fino al 31 luglio del 2009 per le Asl di Ferrandina ci sono 8 malati, 5 dei quali tra 46 e 64 anni (un solo decesso, ndr), per le Asm 59. Dal 2010 i conti del cancro li porta avanti solo l’Adi e passano a 104 i seguiti a Ferrandina, nel 2011 78, nel 2012 76, e 76 pure nel 2013. Comparando le due liste capiamo che sul totale dei soggetti con neoplasie maligne, in media e al ribasso se teniamo conto che nel 2009 ci sono per le Asl di Ferrandina 8 malati mentre sono 59 per l’Adi, almeno 1/3 non sono seguiti in esenzione, e sono persone di cui invece bisogna tener conto per un quadro reale. C’è poi un altro aspetto da considerare, tenendo conto degli esenti negli anni, quello relativo all’indice di mortalità. Inoltre delle 23 persone in esenzione nel 2006 14 sono tra 50 e 65 anni, 9 tra 65 e 80. Nel 2007 3 tra 30-45anni, 15 tra 45-65, 9 tra 65-80. Nel 2008 12 tra 15 e 30 anni, 3 tra 30 e 45, 18 tra 45 e 65, e 6 tra 65 e 80. Nel 2009 2 bambini di 3 anni, 3 tra 15 e 30, 6 tra 30 e 45anni, 21 tra 45 e 65, e 27 tra 65-80 (15 dei quali in un’età di 67/68 anni, limite statistico della terza età, ndr). Nel 2010, 6 ragazzi tra 23/24anni, 14 tra 30 e 45 anni, 39 tra 45 e 65, e 45 tra 65-80 (9 di 67/68 anni, ndr). Nel 2011 2 bambini di 11anni, 11 tra 30 e 45anni (5 hanno 36 anni, ndr), 30 tra 45 e 65, 35 tra 65 e 80. Nel 2012 5 tra 15-30, 2 tra 30-45, 38 tra 45-65, 31 tra 65-80, e nel 2013 3 tra 30-45anni, 39 tra 45-65, 34 tra 65-80. A Ferrandina il cancro colpisce di più chi non ancora è entrato in quella che viene appunto definita terza età (grafico 1). E c’è un altra questione. Nella terra dei fuochi s’è messo in evidenza di recente un incremento del cancro del 300%. A Ferrandina, paese che rientra tra i siti di interesse nazionale di bonifica in Italia (Sin, ndr), e di cui abbiamo raccontato la contaminazione in atto in varie occasioni, i soggetti con tumori seguiti in esenzione passano dai 23 del 2006 ai 76 del 2013 (e dovremmo considerare pure la mortalità, ndr), una percentuale di incremento del 230%. Se teniamo conto dell’anno del picco, il 2010 con i suoi 104 casi (il 40% tra 15 e 45 anni, ndr), in 4 anni la percentuale di incremento è del 352%. La tiroidite di Hashimoto, altra patologia civetta per capire quanto è sano l’ambiente, passa da 18 casi seguiti nel 2006 a 76 nel 2013, in otto anni un incremento del 322%, e nel 2010 colpiva due bambini di 2 anni, cosa rara, dicono gli studi scientifici, sotto i 6 anni. Lo stesso Istituto superiore di sanità ha accertato che lo iodio non è l’unico fattore ambientale in grado di influenzare la normale funzione tiroidea, e che vi sono alcuni “agenti chimici” rilasciati nell’ambiente, soprattutto attraverso l’impiego di pesticidi o come risultato dell’attività industriale, in grado di interferire con il sistema endocrino. E vedremo quali affrontando la situazione di Pisticci.

Cosa avvia il cancro a Pisticci? Anche Pisticci ricade in area Sin, e dalle pagine del nostro giornale abbiamo messo in evidenza la situazione di contaminazione. Qui i casi seguiti per neoplasie maligne dall’Adi in esenzione dal 2006 al 2013 passano da 83 a 190, con una percentuale di incremento in otto anni del 128%. Non è l’incremento ferrandinese, tenendo anche conto del numero di abitanti, ma anche in questo caso si nota l’abbassamento dell’età, e a partire dal 2008 la quantità di soggetti tra 15 e 45 anni è sempre presente (grafico 2). Tempo fa chiesi a un bravo medico di Pisticci, non si tratta del sindaco-medico Di Trani che del resto da tempo denuncia l’aumento dei tumori, di fornirmi una lista di assistiti suddivisa per patologie tumorali, età e sesso. Da un anno all’altro si passava da 22 a 45 assistiti per tumore, e circa il 75% di essi avevano un’età tra 34 e 65 anni. Non parliamo dunque di terza età, fascia in cui la scienza medica ci dice che dovrebbe corrispondere un incremento dei tumori. Tra le patologie degli assistiti alcune mi colpivano. Le sindromi mieloproliferative per esempio, malattie del sangue derivate da una cellula madre malata che si trova normalmente nel midollo osseo e le cui cause sono ancora sconosciute nonostante per la leucemia mieloide cronica è stato possibile riscontrarle nell’effetto di radiazioni. E poi i carcinomi tiroidei e il linfoma non Hodgin, che presentano anch’essi come fattore di rischio l’esposizione a radiazioni. Su questo dato va fatta una riflessione su un’altra patologia come la tiroidite di Hashimoto, anch’essa tende ad aumentare con l’età, e anch’essa vede tra i fattori di rischio l’esposizione a basse dosi di radiazioni (grafico 3, ndr). Se questa è una patologia la cui prevalenza tende ad aumentare con l’età, accorpando i dati dei casi seguiti a Pisticci cosa viene fuori? Dal 2006 al 2010 è pressoché assente in tarda età, compare in effetti timidamente dal 2011 al 2013. Al contrario abbiamo un boom in soggetti giovani o nel pieno della vita, tra i 15 e i 45 anni. E nel 2011, quando la patologia si presenta anche in tarda età, il rapporto percentuale tra il numero di casi seguiti in esenzione nella fascia 15-45 anni (72, ndr) e in quella 65-80 (9, ndr) è del 800%. Due anni dopo, nel 2013, nonostante il divario diminuisca notevolmente, vi sono infatti 84 soggetti seguiti tra 15 e 45 anni, e 28 tra 65 e 80 anni, il rapporto resta alto, il 300 %. In uno studio di qualche anno fa su Chernobyl l’Euratom giungeva alla conclusione che il cancro, e alcune altre malattie come quelle circolatorie fossero “avviate” da esposizione a radiazioni. E il cancro, si scrive nel 2013 in Estimates of cancer burden in Basilicata and Calabria, dopo le malattie del sistema circolatorio, è la seconda causa di morte in regione. Altri studi confermano che esposizioni ambientali a radiazioni, perclorato (lo ione perclorato viene assorbito dai vegetali che possono introdurlo nella catena alimentare, ndr), e Pcb, (di cui Piernicola Pedicini del M5Stelle ha denunciato in Commissione europea le quantità elevate riscontrate da uno studio che ha valutato la contaminazione da policlorobifenili nei terreni delle zone industriali di Salandra, Ferrandina e Pisticci, ndr), influenzano la funzione della tiroide, con aumento del rischio di malattie autoimmuni.Un medico che studia il cancro in Italia specificava che il fluoro usato nella fornitura di acqua, il bromo, e i derivati del cloro possono legarsi ai centri dello iodio ed essere la causa per cui il corpo lo espelle.
Noi avevamo evidenziato dalle nostre pagine per Ferrandina e Pisticci altri studi che individuavano diversi punti di seppellimento di bidoni, forse sarebbe il caso che le autorità approfondiscano?

Un movimento lento. Anche in altri comuni come Grassano, Miglionico, Pomarico, rientranti nel Sin la situazione è di abbassamento dell’età (grafico 4). In un recente articolo raccontavo come alcune sostanze tossiche scaricate nel Basento non solo nel passato si fissano nei suoli, mentre altre si muovono lungo tutto il suo corso. E in effetti uno studio sul principale fiume lucano mostrava che in alcune zone della Val Basento solo i lombrichi sopravvivono, e che alla foce del Basento si aveva la situazione più critica da un punto di vista di superamento della soglia di contaminazione in acqua, terreni e macro invertebrati presenti per diversi metalli pesanti. Dieci anni prima il Cnr aveva ribadito che se ci si voleva tenere l’agricoltura sarebbe stato il caso di trattare meglio il fiume, evitando di scaricare sostanze pericolose che si sarebbero sparpagliate per la piana di Metaponto, l’area più agricola della regione. Decidere cioè se utilizzarla a cibo o non cibo. Solo poco tempo fa qualcuno ha iniziato a parlare di no food. Inglesismi o meno il problema si pone. E possiamo accorgercene proprio vedendo cosa accade a Bernalda che non è un paese che ricade nel Sin Val Basento. Dai dati relativi alle neoplasie la situazione non sembra possa far urlare al “tutto appostismo”, e qualche domanda bisognerà pur farsela se in qualche modo ciò impatti sul sistema agricolo e alimentare. Tanto per cominciare l’incremento in otto anni dei casi seguiti in esenzione (da 57 a 151, ndr) è di circa il 165%. Anche a Bernalda fa riflettere l’abbassamento dell’età e il numero dei casi seguiti (grafico5). Nel 2006 per neoplasie maligne sono in esenzione 57 persone, 67 nel 2007, 64 nel 2008, 103 nel 2009, 106 nel 2010, 77 nel 2011, 151 nel 2012 e 151 nel 2013. Se compariamo il numero dei casi rispetto alla popolazione residente si può comprendere che il problema andrebbe affrontato seriamente. Pisticci con i suoi 17.266 abitanti vede dal 2006 al 2013 un passaggio da 83 a 190 soggetti seguiti come abbiamo visto, Bernalda, nonostante il numero di abitanti inferiore, 12.483, passa da 57 a 151. Sono inoltre presenti in 5 anni su 8, casi di giovani tra i 15-30 anni, che dai 3 del 2008/2009, triplicano a 9 nel 2010 (3 di 16 anni, ndr), e poi 3 nel 2011, e 6 nel 2013. Forse conta la mortalità? Anche la fascia 30-45 anni raddoppia dal 2006 al 2013, passando dai 13 del 2006 ai 34 casi del 2013. Quella 45-65 passa dai 36 del 2006 ai 61 del 2013. Raddoppia anch’essa. Una riflessione sulla tiroidite di Hashimoto si può fare anche per Bernalda. Nel 2006 siamo a 81 casi seguiti, 16 tra 15-30 anni, 23 tra 30 e 45 anni, 39 tra 45-65 anni, 3 tra 65-80 anni. Nel 2013 passiamo a 117, 22 tra 15-30 anni (il 50% dei quali tra 14 e 20 anni, ndr), 30 tra 30-45 anni, 62 tra 45-65 anni, 3 tra 65-80. Certo uno studio sul Golfo di Taranto di cui abbiamo scritto aveva pure evidenziato che in un campione di sedimenti prelevato a 450m di distanza dalla foce del Basento s’era riscontrato un livello di plutonio239 nei sedimenti di 123Bequerel/metroquadro, 41 volte più alto rispetto alla piattaforma algerina. Bisognerà chiedersi se arrivi dal Basento visto che si sottolinea in altro studio il ruolo dei fiumi Basento e Agri sulla sedimentazione sotto costa di tali sostanze?

L’area jonica e la direttrice dell’Agri. A Policoro, il comune con il maggior numero di abitanti della fascia jonica con poco più di 17mila residenti, nel 2006 sono seguiti in esenzione 106 casi di soggetti con neoplasie maligne. Nel 2013 146 (con un picco nel 2012 di 171, ndr). A Scanzano Jonico, 7.396 abitanti, passiamo dai 49 del 2006 ai 55 del 2013, con un picco di 91 casi nel 2012. A Rotondella coi suoi 2.708 abitanti, dai 6 del 2006 ai 18 del 2013 (con picco di 30 nel 2011, ndr). A Nova Siri (6.701 abitanti, ndr), dai 33 del 2006 ai 42 del 2013 con picco nel 2007 di 68 e di 59 nel 2012. A Montalbano Jonico passiamo da 24 del 2006 a 107 del 2013, qui in 8 anni la percentuale di incremento dei casi seguiti in esenzione è del 345%, preoccupante soprattutto se comparata al numero di abitanti, 7.382 rispetto a Policoro, con abitanti circa 3 volte maggiori. E in generale anche nel contesto dell’area jonica il cancro è in incremento (grafico6). Anche la lettura dei casi di tiroidite di Hashimoto è interessante, soprattutto in una zona che non dovrebbe essere a scarso apporto iodico. Tranne per Scanzano Jonico, che passa tra 2006 e 2013 da 67 a 59 casi seguiti, gli altri comuni incrementano ogni anno. Rotondella da 8 a 13, Nova Siri da 22 a 34, Policoro i 66 del 2006 ai 136 del 2013, con incremento del 106%. Montalbano Jonico da 28 a 86 con un incremento in otto anni del 203,5%. Quello su cui riflettere è che i due comuni che presentano una lettura dei dati da analizzare più a fondo sono quelli sulla direttrice del fiume Agri, Montalbano e Policoro. Ci sono attività industriali o agricole che hanno scaricato agenti chimici lungo il fiume in grado di interferire con l’ecosistema? Abbiamo già ricordato lo studio sul Golfo di Taranto, nel caso dell’Agri veniva evidenziato che in un campione di sedimenti prelevato a 150metri dalla costa lungo la direttrice della foce (dove si scaricano pure gli effluenti dell’Itrec, ndr), era presente plutonio239 a 160Bequerel/metroquadro, cinquanta volte più alto di quello della piattaforma algerina. La scienza dice che l’inquinamento nucleare ha inciso più volte sull’aumento dell’incidenza di patologie neoplastiche e tiroidee autoimmuni, sappiamo inoltre che il plutonio provoca principalmente tumori dell’apparato respiratorio e gastro-intestinale.

Una regione che invecchia mentre il cancro ringiovanisce? Certo a vedere l’incidenza dei tumori al colon-retto in Basilicata riportate in “Cancer burden in Italian regions del 2013” (grafico7) si nota la continua salita, con un tasso nei maschi che aumenta di circa 5 volte dal 1970 al 2015 come specificato in Estimates of cancer burden in Basilicata and Calabria. Anche il tasso di incidenza del melanoma sale per gli uomini, con un aumento di oltre 10 volte (da 0,7 a 9,0 per 100.000 abitanti tra 1970/2015, ndr). Nelle donne l’incidenza del cancro al seno passa dal 20,9 per 100.000 abitanti nel 1970 a circa 80 nei primi anni 2000. Proiezioni successive, scrivono, hanno mostrato un “aumento esponenziale” continuo fino a 139,3 nel 2015. “La prevalenza è aumentata per tutti i tumori considerati – continuano –, ad eccezione del cancro della cervice. La crescita è stata impressionante per il seno e il cancro alla prostata e meno pronunciata per il cancro dello stomaco a causa della notevole riduzione della sua incidenza, e del cancro ai polmoni a causa della sua elevata letalità”. Dicono pure che il tasso di mortalità standardizzato per età si stima diminuisca per tutti i tumori considerati, tranne per il cancro alla prostata negli uomini e il cancro al polmone nelle donne, ma se osserviamo i grafici di Matera, Montescaglioso, Tricarico (grafico8), possiamo renderci conto che la situazione descritta in altri contesti del materano non cambia, e che l’età tende ad abbassarsi. Tenendo conto che l’indice di vecchiaia è più alto in Basilicata per entrambi i sessi rispetto alla popolazione italiana, e cioè ci sono più anziani, ci si rende condo che l’unica cosa che ringiovanisce in provincia di Matera è l’età del cancro?

Continua…