Potenza, una città con più eccezioni che regole

8 gennaio 2015 | 09:45
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Potenza, una città con più eccezioni che regole
Potenza, una città con più eccezioni che regole
Potenza, una città con più eccezioni che regole
Potenza, una città con più eccezioni che regole

Questo è l’ombelico del mondo dove non si sa dove si va a finire, è qui che c’è il pozzo dell’immaginazione dove convergono le esperienze e si trasformano in espressione, dove le regole non esistono, esistono solo le eccezioni. Così cantava Jovanotti. Anche nella nostra città (Potenza ndr) esistono più eccezioni che regole. Io non so se geograficamente la nostra città può rappresentare l’ombelico o qualche altra parte del corpo umano, ma certo è che tra ombelico ed altre parti meno nobili, meglio essere il primo. Eccezioni, dicevamo. Mi trovavo stamattina a passare dal famigerato terminal di Viale del Basento. Dopo le festività la città ritorna ai suoi standard abituali scanditi dai ritmi lavorativi, riprendono gli arrivi e le partenze. Già, le partenze. Trovandomi lungo Viale del Basento, le scene di totale Far West non si contano. Un terminal che è già stato ubicato lungo una strada estremamente trafficata, il che comporta già di per sè notevoli rischi di sicurezza, alla partenza dei bus extraregionali è letteralmente assaltato da auto parcheggiate lungo una striscia che non è di nessuno, da parte di tanti automobilisti che si fanno male il pancino a parcheggiare nell’area prevista per la sosta poche decine di metri più avanti. Ecco una delle cose che non mi rendono orgoglioso di appartenere a questa collettività. Ecco la ragione per cui mi sono da anni battuto: per una città più organizzata, ordinata, rispettosa del prossimo prima ancora che delle regole, ecco perchè ancora queste immagini scatenano in me e in tanti altri cittadini, un moto che non voglio reprimere. “Potenza città dell’apparenza” ha da tempo conquistato anche il triste appellativo di “città dell’inosservanza”. Una città senza regole, dove se le regole esistono, non vengono fatte applicare. Aveva ragione Jovanotti. Ci troviamo di fronte a due problemi distinti: il primo è che i nostri concittadini “francamente se ne infischiano” di osservare le regole, e purtroppo quello che dobiamo sapere è che l’inosservanza di esse è estremamente contagiosa (“Se quello parcheggia fuori posto, allora posso farlo anch’io”) e così questo fenomeno diventa pericolosamente virale. Il secondo problema è che ci vuole maggiore controllo. I potentini sono quel tipo di razza che va trattata con fermezza. Lo dimostrano i biglietti per le scale mobili. Molti credevano che non li avremmo mai pagati, ecco che invece, una volta emanata una norma precisa, ci siamo più o meno allineati. Il che vuol dire che andiamo educati. Siamo dei bambini discoli che trasgrediscono ogni volta che la maestra non dice nulla, ma come appena un’autorità superiore esercita il diritto e lo impone nel pubblico interesse, siamo pronti ad obbedire. E allora signor sindaco De Luca – non mi sono mai rivolto a lei prima d’ora in questi mesi e non so nemmeno se queste poche righe le arriveranno -, pur comprendendo che adesso è preso dal far quadrare un cerchio piuttosto complesso relativo alla governabilità della città, purtuttavia cerchi di disporre una serie di controlli sul traffico, la mobilità e i trasporti, sull’osservanza scrupolosa delle norme esistenti, e questo per due ragioni: per il rispetto che un’amministrazione deve essere in grado di meritarsi da parte di cittadini assai poco abituati a rispettare le regole, e in secondo luogo perchè se questa città ha ancora una chance, la deve tutta ad un sistema di organizzazione e di servizi che se non venono rispettati prima di tutto dai suoi abitanti, difficilmente potrà avere credibilità nei confronti dei tanti che quotidianamente la vivono per molte ragioni. Dino De Angelis