L’omaggio di Quattromini a Morandi

7 gennaio 2015 | 18:14
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L’omaggio di Quattromini a Morandi
L’omaggio di Quattromini a Morandi
L’omaggio di Quattromini a Morandi
L’omaggio di Quattromini a Morandi
L’omaggio di Quattromini a Morandi
L’omaggio di Quattromini a Morandi

Nella vivace atmosfera natalizia, tra i vicoli bianchi e i tipici Claustri del centro storico della sua città, viene alla luce l’artista Pietro Quattromini con la sua prima personale di pittura. Intitolata ‘Appartenenze. Omaggio a Giorgio Morandi’ è visitabile, fino al 13 gennaio, nello spazio espositivo Il Palmento, cornice dalle pareti in tufo dove il ricordo corre all’odore dell’uva e del mosto. 

Un ‘figlio d’arte’ di Giorgio Morandi. Sui due livelli della galleria una serie di oli su tela è rappresentativa dell’universo pittorico di un artista approdato a tela e a pennelli proprio a seguito di un “illuminante incontro” con un’opera del Maestro bolognese, tra i più riconoscibili ed affermati del Novecento. Come “folgorato” dalla puntualità del tratto e sguardo attento, posato leggero su semplici vasi, bottiglie, ciotole e fiori. Quattromini è, solo così, indotto a ri-guardare attraverso occhi nuovi il valore profondo della sua stessa identità e a fare dell’arte la sua vera missione: testimoniare ed esaltare la dimensione semplice della vita. Si definisce “figlio d’arte” di Giorgio Morandi. Suo “umile apprendista”. Una vera e propria affinità elettiva, devozione artistica irrefrenabile tanto da aver compiuto, di recente, una visita alle mortali spoglie del celebre artista.

A c’apparten? Solo motivo di orgoglio. Lontano il disagio avvertito da bambino. Oggi è un uomo consapevole del valore straordinario delle sue origini. Convinto che “le radici prima o poi chiamano”, che “nello stupore della normalità danza la grande bellezza”, così spiega da dove sia scoccata la scintilla che alimenta la sua arte: “i miei, sono occhi ereditati da un padre contadino. Con essi cerco, ininterrottamente cerco quelli suoi. Cerco e continuo a cercare, a immaginare quei brevi momenti in cui sedeva e mirava il sapore dei colori, la luce dei paesaggi. E ancora cerco di trovare gli oggetti, pochi, ordinati da una logica misteriosa, segreta, valori di una dignità infinita, indispensabili, quasi di sostegno morale, in dialogo come parenti o amici su cui riporre tutta la sua fiducia. In silenzio continuo a cercare”. Ed eccoli i suoi oggetti-testimonianze dall’eco antica e preziosa. Attinti dalla dimensione più intima e familiare. Simboli di ruralità elevati a tasselli di memoria, a risultato compiuto d’arte in cui il segno emerge abile e incisivo.

Nature morte e paesaggi murgiani. Oggetti piccoli e semplici. Indagati con cura nei dettagli e nella giusta collocazione tridimensionale, sospesi in una dimensione a-cromatica, iper-reale, senza tempo. Un vaso di fiori recuperato dalla stanza della nonna. Il pennello che era di suo padre. Brocche e contenitori senza contenuto. Il più banale intaglio cilindrico di un gambo di ferula o tante scatole incastrate l’una dentro l’altra. Analiticamente in primo piano e non più rilevanti di quanto resta, solo, sulla trama dello sfondo ampio, perchè “l’assenza è più forte della presenza”. Sono il pretesto per esaltarne reciprocamente geometrie, simmetrie e volumetrie. “La vita è colore, il tono è l’equilibrio” dice ammettendo di non essere “interessato tanto al colore, quanto alla sua assorbenza”. Un figurativo che si accende di paesaggi: dalla mite campagna cara a Morandi ai campi della sua Murgia, con i suoi simboli e le sue cromie. Tripudio della vegetazione e umana presenza appena percepita.

Maestro di mosaico, sperimenta nei vari linguaggi. Negli ultimi vent’anni nel suo laboratorio Quattromini si cimenta in scultura, in installazioni, in fotografia e, soprattutto, in pittura. E ha già esposto alcuni dei suoi pezzi, mosaici e sculture. Vive, infatti, dell’estro creativo già dagli anni della formazione giovanile alla Scuola di Mosaico di Ravenna. Dal 1996 ha avviato la sua gratificante attività in grado di sconfinare in originali applicazioni del mosaico in architettura e nella creazione di vari e originali componenti di arredo. Ben oltre il mosaico, sua prima e grande passione, sperimenta impasti, malte, materiali vitrei e ceramici attratto principalmente dalla materia e dalle sue infinite possibilità.