Associazione Intercomunale Lucania: “Noi stiamo con la Battistini”
Circa due anni fa la campagna elettorale dell’attuale Presidente della Regione Basilicata si concluse con queste sue parole: “se lo possono dimenticare”. Parole riferite alla volontà del Governo nazionale di andare oltre gli accordi che furono presi con le Compagnie petrolifere nel lontano 1998 (con Eni) e nel 2006 (con Total). Proprio quelle parole che sembrano beffarde quando il “Teseo” lucano tenta di ammonire il vostro servizio televisivo. Il Governatore della Regione Basilicata sembra aver dimenticato nel cassetto dei buoni propositi il filo di Arianna del buon senso quando, con irriverente rispetto per l’intelligenza di alcuni cittadini lucani, scrive alla vostra Redazione tentando di confutare ciò che il vostro reportage ha messo giustamente in evidenza. Quella stazione ferroviaria nella Capitale della Cultura Europea 2019 è così come la si vede: un’area desolata ed abbandonata, inesistente per le Ferrovie dello Stato. La fanghiglia grigiastra maleodorante e ricca di sostanze metalliche fuoriuscente dalle viscere della terra, in contrada La Rossa, nei pressi del pozzo di re-iniezione petrolifera denominato “Costa Molina 2” è pura realtà. Proprio quelle acque, altamente nocive per gli organismi viventi tale da “bruciare” la vegetazione lungo il loro decorso, sono fedelmente illustrate nel vostro servizio. Identica sconcertante realtà quella delle carpe morte nell’invaso del Pertusillo, oramai da tempo sotto osservazioni per il suo rilevante inquinamento indotto. Le frasi preoccupate del Sindaco di Pisticci descrivono quanto sia comprensibilmente allarmante la situazione di un territorio interessato da un’area classificata come SIN, un’area in cui tuttora non sono stati effettuati controlli radiometrici nonostante all’Agenzia per Protezione dell’Ambiente della Regione Basilicata sia stato comunicato l’utilizzo di alcune sostanze radioattive nei processi estrattivi da parte della Prefettura di Potenza. Il Presidente della Regione Basilicata si esprime in modo a noi non comprensibile quando pretende che crediamo alle sue frasi con le quali idealizza la ricchezza che potrebbe derivare dal raddoppio delle estrazioni di idrocarburi in Terra di Basilicata. Quale ricchezza e quale cultura vi è nell’idea di morte e avvelenamento di un territorio? La Basilicata della vera cultura, quella che ama e rispetta la Terra che ci ospita, avendo altre idee di sviluppo per bilanciare l’ago della disoccupazione, condivide il vostro servizio televisivo per la sua drammaticità che purtroppo descrive un triste spaccato della nostra amata Regione. Noi siamo con chi racconta la verità, proprio quella verità che si cerca di addolcire distogliendo l’attenzione su altri aspetti che non possono essere osservati e descritti dimenticandosi di tutto ciò che la forsennata attività petrolifera ha prodotto nella nostra Regione e che vorrebbe continuare a produrre. Siamo con chi racconta la verità facendolo senza essere soggetto ai diktat dei poteri forti e con chi guarda al turismo senza mistificazione. L’unica possibile strumentalizzazione di cui dovrebbe parlare il Presidente della Regione Basilicata, è quella di Matera che con il suo importante riconoscimento è stata forse, e si sottolinea la parola forse, anche il tentativo di oscurare la realtà Lucana, una realtà con svariati conflitti ambientali, con problematiche di inquinamento che vanno dall’attività di estrazione idrocarburi, all’attività di pre-raffinazione e allo smaltimento dei reflui petroliferi. Una Terra da cui i giovani ed intere famiglie emigrano per tentare lavoro e fortuna altrove lasciando quella piccola Regione considerata tra le più povere d’Italia e che, secondo i recenti dati pubblicati nel Rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno, nel 2013 il Pil nel Meridione è crollato del 3,5% e la Basilicata con il suo -6,1% è fanalino di coda nazionale. Matera ha saputo vestirsi di onori per la sua meritata bellezza e cercando, da parte di alcuni, di trascinare il resto della Regione in questo bigotto credo culturale sponsorizzato dalle Società degli idrocarburi secondo cui ci sarebbe una sorta di “magia” che renderebbe compatibile l’attività petrolifera con l’attività agricola invocando, oramai in modo ridicolo e nauseante, delle fantasiose tecnologie industriali che consentirebbero la convivenza di questo tragico-comico binomio. Con la presente, l’Associazione Intercomunale Lucania a cui afferiscono soci di diversi paesi a ridosso del maestoso Vulture, minacciato da diverse istanze di ricerca idrocarburi e dall’irrealistica e devastante centrale termoelettrica ibrida denominata “solare termodinamico” che vorrebbe ridurre gli oltre 226 ettari di terreno fertile e altamente produttivo ad un’area caratterizzata da danni irreversibili oltre ad una barbaro sfregio all’unità paesaggistica esistente, esprime vicinanza e gratitudine ai bravi giornalisti che quel servizio lo hanno reso possibile e al Direttore che ha deciso di trasmetterlo. Al di là di poche scusabili imprecisioni, del tutto irrilevanti rispetto alla tragica descrizione di una realtà lucana martoriata, parlare di questa nostra amata Regione così come Voi lo avete fatto, è un atto di coraggio che da lustro e valore aggiunto alla professionalità del vostro lavoro. In attesa di un nuovo servizio in linea con il precedente, vi si ringrazia per lo spazio dedicato alla nostra Regione sperando che quanto da voi realizzato non venga visto come un lavoro da criticare bensì come uno stimolo per migliorare il modo in cui governare la nostra Terra. Oltretutto, perché mai notare criticità nel vostro servizio che in buona parte trova conferma in un precedente video-inchiesta curato dal “Corriere della Sera”, intitolato “L’oro nero che in Italia rende poveri”, visionabile al seguente indirizzo – http://www.corriere.it/inchieste/oro-nero-che-italia-rende-poveri/66d3009e-d108-11e2-9e97-ce3c0eeec8bb.shtmlAssociazione Intercomunale Lucania confederata con PRO NATURA