Dolori e deliri del ‘giovane’ governatore lucano

6 novembre 2014 | 18:15
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Dolori e deliri del ‘giovane’ governatore lucano

Un uomo in balìa delle emozioni il governatore lucano che nelle ultime settimane è passato dal dolore per il “troppo clamore mediatico” 

sull’ospedale S. Carlo, alle lacrime di gioia per Matera Capitale della Cultura 2019, all’euforia per il “miracolo” dello Sblocca Italia. Emozioni così forti che, forse, un po’ gli avranno obnubilato la mente! Non si spiega altrimenti uno che grida al “piccolo miracolo” dopo l’approvazione di un decreto legge che autorizza lo Stato a trivellare in lungo e in largo la Basilicata. I turbamenti emotivi possono giocare brutti scherzi. E sai com’è non credo i lucani vogliano trovarsi il pozzo di petrolio al posto del bidet. Passi in giardino, nell’orto o nel parcheggio di un ospedale. Ma anche alla toilette!

Si riprenda presidente. Forse preso com’è dalla gioia di aver ricevuto “o’ miracolo” non si rende conto che, in giro, di gente che ne ha piene le scatole, dell’inquinamento lasciato ai lucani dalle multinazionali del petrolio,(e non solo) ce n’è a sufficienza. I “4 comitatini” stanno crescendo.

Se casomai fosse sfuggito, 71 associazioni lucane sono scese in campo per dire no allo Sblocca Trivelle, così come hanno fatto Legambiente, Wwf, Greenpeace e Rete degli studenti medi. Senza contare i singoli cittadini, non “i soliti ambientalisti”, che non ci stanno ad essere venduti per 4 ‘spiccioli’ alle mutinazionali del petrolio. E, visto che si parla di miracoli, nelle ultime ore anche i vescovi lucani si sono schierati contro lo sblocca trivelle.

I lucani, quelli che hanno cominciato a preoccuparsi seriamente del loro futuro in Basilicata sono consapevoli che il “gladiatore” (tarocco)ha dato la mazzata finale alla Basilicata. Per carità, lei, presidente Pittella, di quel che accadrà nei prossimi anni è responsabile solo in parte. Chi l’ha preceduta le ha spianato la strada. Poteva invertire la rotta, dare un segnale ai lucani. Non era lei che solo un anno fa, in piena campagna elettorale, inneggiava alla “rivoluzione”? Quanti passi ha fatto dallo scorso novembre ad oggi nelle scarpe del novello rivoluzionario? Le saranno venuti i calli ai piedi-presidente- per quanto quelle scarpe le stanno strette. Bene, la sua corsa da “libertador”, se mai iniziata, finisce qui. Si metta comodo.

Lei e i suoi degni compagni ‘romani’ avete suonato il requiem ai lucani. Ma se il concerto è riuscito, il buco alla ciambella no. E c’è il rischio che questa volta i lucani, la ciambella, gliela faranno andare di traverso perché, come diceva Totò, “ca’ nisciuno è fesso”. Men che meno i lucani che, e non me ne vogliano, fessi lo sono stati per decenni. Solo che adesso la gente è davvero stanca e ha paura di vivere in una terra dove ogni giorno ti muore un vicino di casa per un tumore e dove non c’è alcuna risposta dalle istituzioni. Le stesse istituzioni che non sono state in grado (ma forse sarebbe più esatto scrivere “non hanno voluto”) di istituire un registro tumori e che se chiamate ad esprimersi in materia il più delle volte sparanocavolate, tipo che “i lucani si ammalano di tumore perché mangiano male”. Altro che rivoluzione, presidente.

I numeri di quanti muoiono di tumore, a lei e a chi la affianca nel governo della Basilicata, non interessano. L’amore per la matematica, a lei e quelli come lei, viene solo quando si va alle urne.

Lei di certo non sa che pochi giorni fa è toccato a un 60enne che viveva poco distante dal Centro Oli di Viggiano andare ad ingrossare le fila di quelli che ogni anni muoiono di cancro in Basilicata, e in Val d’Agri in particolare.Lo avevamo conosciuto in occasione di una nostra inchiesta giornalistica sullo stato delle acque del lago del Pertusillo. Si lamentava che da quando era arrivato il petrolio – diceva proprio così- non poteva più raccogliere le mele dei suoi alberi, non poteva più fare l’orto e non poteva più pescare, lui appassionato di pesca, nell’invaso della Val d’Agri. Quando lo abbiamo intervistato non sapeva ancora di essere malato. Per lui, purtroppo, nessun miracolo.In 5 mesi è stato annientato dalla malattia. Di lui ci resta quella drammatica testimonianza inserita nel docu-film Lucania Infelix che stiamo portando in giro per l’Italia per far vedere di cosa sono stati capaci in poco più di 20 anni amministratori ignoranti e senza scrupoli. Purtroppo però la saga continua. E ora il protagonista è lei che parla di “risultato epocale”, di “piccolo miracolo” per un decreto legge che a partire da marzo 2015 permetterà allo Stato di decidere se e quante nuove trivelle potranno continuare ad invadere il territorio lucano. A questo punto sarebbe importante sapere, lei, presidente Pittella, a chi si è raccomandato per “o miracolo”? Alla Madonna nera di Viggiano? Lo riveli ai suoi concittadini, così magari possono provarci anche loro. Va bene anche un post su facebook.