Maratea, giù le mani dalla baia di Fiumicello

9 settembre 2014 | 11:06
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Maratea, giù le mani dalla baia di Fiumicello

Quanto sta accadendo nella baia di Fiumicello di Maratea con l’avvio dei lavori della centrale idroelettrica è un segnale di forte contraddizione rispetto ad una volontà, unanimemente espressa da enti istituzionali, Regione e Apt, di favorire il prolungamento della stagione turistica oltre a quella che dovrebbe essere la “scontata” tutela della costa marateota da ogni tipo di assalto. E’ la posizione del Centro Studi Turistici Thalia che dal primo momento della fase progettuale della centrale si è schierato dalla parte degli operatori di Maratea contro la centrale per il forte e negativo impatto sulle attività turistiche di Fiumicello. Raccogliamo il “grido d’allarme” dei titolari del Lido Le Pergole che hanno postato su facebook foto più che eloquenti che mostrano come nel tardo pomeriggio di ieri, nonostante la stagione balneare non si possa considerare conclusa, è stato consentito riversare in mare materiali di escavazione e sabbia di cava non lavata che ha colorato di bianco l’intera baia di Fiumicello. “Stiamo purtroppo assistendo – è l’SOS da raccogliere – a quello che chiamare arroganza e odio per Maratea, per i suoi abitanti, per le strutture turistiche balneari e gli imprenditori che anche questa estate hanno dato il massimo per accogliere nel migliore dei modi i turisti e chi ama Maratea, é dir poco”. Sempre sui social è attivo il Comitato “Giù le mani e dalla spiaggia di Fiumicello” che ha raccolto in poco tempo 500 adesioni alla quale aggiungiamo quella del Centro Studi Thalia che sottolinea come non a caso la centrale continua a registrare l’opposizione dei cittadini di Maratea e di alcune associazioni ambientaliste – in prima fila la Ola – che avevano denunciato lo stravolgimento di uno dei tratti di costa più integre del Tirreno. Il progetto prevede la posa della prima pietra nel prossimo mese di ottobre 2014. Secondo molti esperti, i salti di quota che il torrente fa nel territorio marateota (soli 4km, impedirebbero lo sviluppo di quei 310kWh di potenza che il progetto prevede di produrre: molto più semplice sfruttare i salti di quota più a monte, evitando così il rischio di costruire lungo l’arenile (o poco più sopra). La caratteristica del territorio della costa tirrenica lucana infatti rende tutto vicino e lontano allo stesso tempo: la roccia che scende a picco sul mare, impreziosendone la costa con decine di calette ognuna diversa dall’altra, e per questo ognuna a suo modo incantevole, avvicina enormemente le opere dell’uomo all’acqua del golfo di Policastro. Il progetto – sottolinea Arturo Giglio, segretario del C.S. Thalia – è in forte contraddizione con le tante iniziative per affermare il modello di sviluppo eco-compatibile e sostenibile oltre che con la programmazione dell’offerta turistica regionale. E’ come se di colpo la campagna di promozione nazionale e internazionale legata all’evento di agosto del cinema a Maratea fosse stata cancellata con una spugna consegnando ai tour operator un’altra “brutta” cartolina di Fiumicello. Noi stiamo dalla parte dei cittadini, delle associazioni ambientaliste e degli operatori che continuano ad investire e a credere nel rilancio di Maratea e a non volere nel proprio incantevole cortile (di costa) l’impianto. E – conclude – abbiamo ricordato come la centrale di Maratea insieme a quella a biomasse di Stigliano è inserita nel nono rapporto (2013) del Nimby Forum (promosso dall’ associazione no profit Aris – Agenzia di Ricerche Informazione e Società) che costituisce una banca dati nazionale delle opere di pubblica utilità che subiscono contestazioni e resistenze da parte delle comunità locali, perché potrebbero avere effetti negativi sul territorio. Altro che sindrome NIMBY (Not In My Back Yard – non nel mio cortile), qui – conclude Giglio – siamo in piena azione vandalica.