Cosa hanno seppellito in Val Basento?

21 settembre 2014 | 17:02
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Cosa hanno seppellito in Val Basento?
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Cosa hanno seppellito in Val Basento?
Cosa hanno seppellito in Val Basento?

Nel 2001 già uno studio a Pisticci aveva dovuto stilare una tabella di rifiuti interrati e sottolineato nei materiali la parola “fusti”. Nove anni fa invece, cinque ricercatori, finanziati dalla Ue, hanno individuato alcune aree della Val Basento che stanno soffrendo fenomeni di contaminazione da metalli pesanti correlati alla presenza di “oggetti” metallici interrati a diversi metri di profondità e fortemente magnetizzati. 

In quest’area definita d’interesse nazionale a livello di bonifica ambientale sono state applicate metodologie geofisiche per scoprire dove potrebbero esser stati interrati fusti di rifiuti tossici, ma forse nessuno lo deve sapere.

Il “caso studio” lucano. La “presenza di rifiuti scaricati nell’area industriale della Val Basento – scrivono – deve produrre fenomeni locali di contaminazione del terreno”. Si parte da tale assunto dunque, e l‘obiettivo dello studio è appunto mappare la contaminazione nell’area industriale tra Salandra e Pisticci. “Studiare – ribadiscono – fenomeni di contaminazione del terreno da metalli pesanti e rifiuti smaltiti in un’ampia area che abbraccia le aree industriali di Ferrandina e Pisticci” attraverso un metodo “idoneo a identificare bidoni di ferro sepolti utilizzati per stoccare rifiuti solidi” e in grado di fornire informazioni circa la presenza di “oggetti sepolti” nel sottosuolo caratterizzati da una elevata magnetizzazione o da elevati valori di “sensibilità magnetica” (misura mediante cui vengono individuate zone in cui l’esposizione a una contaminazione da metalli pesanti è in aumento, ndr). Alle misurazioni magnetiche ed elettromagnetiche s’aggiungono quelle con GPR (ground probing radar, ndr), in grado di identificare oggetti sepolti e fornire informazioni su tipo e forma. Anch’esso “impiegato per monitorare rifiuti solidi sepolti”. Si ricorda che nell’area in passato è stato riversato CVC, PVC, Eternit, sostanze altamente tossiche e nocive e che attualmente è caratterizzata dalla presenza di attività industriali per la produzione di filati polimerici, tessuti sintetici, film di nylon, additivi polimerici, e bottiglie di PVC. Impianti che ricadono in aree in cui il principale uso del suolo è “agricolo”. “Dalle analisi delle sorgenti di emissione in Val Basento – scrivono – deve esser dato per scontato che una delle più importanti sorgenti di contaminazione di quest’area sono i metalli pesanti”. Cinque di essi, Cobalto, Piombo, Zinco, Nichel e Rame, sono rilevati in campioni di terreno e correlati alle misure magnetiche ed elettromagnetiche effettuate.

La situazione a Ferrandina. Nei campioni di terreno dell’area di Ferrandina le concentrazioni di metalli pesanti sono elevate dicono, in particolare Cobalto, Piombo e Zinco. Vengono individuati sette siti (numerati da 1 a 7, ndr). In una zona del “sito1”, un’area di 90x240metri quadri, l’analisi evidenzia valori elevati di sensibilità magnetica implicando una “presenza di sostanze ferromagnetiche nei primi centimetri di sottosuolo”. Ma le misure più interessanti sono ottenute per il “sito3”, dove sono state effettuate sia misure magnetiche sia elettromagnetiche, a copertura di un’area di 51x30metri quadri. Qui viene riscontrata, da 25 a 30 metri lungo una direzione dell’area, una “intensa anomalia gradiometrica” evidenziata da una “figura nera rettangolare” con elevati valori di gradiente magnetico. “Questi valori intensi – affermano – sono probabilmente dovuti alla presenza nel sottosuolo di bidoni stoccati con una grande magnetizzazione”. Per ottenere poi informazioni sulle proprietà magnetiche del sottosuolo fanno anche una mappa della suscettibilità magnetica che copre parzialmente il sito3. La mappa non dà risultati, e spiegano la cosa affermando che ciò è deducibile dal fatto che le sorgenti delle anomalie magnetiche sono probabilmente localizzate a profondità maggiori di 20cm. Partendo dai risultati delle analisi magnetiche ed elettromagnetiche fanno infine i monitoraggi GPR per capire profondità ed estensione delle sorgenti delle anomalie. Vengono effettuate tre misure e si scopre che nell’area segnata come ABCD (fig. 3), la seconda misurazione emette forti impulsi di ritorno tra i 6 e i 10 metri lungo una direzione della area. Molto interessanti sono anche le risposte al radar. Scrivono che sono state riscontrate anomalie radar proprio in corrispondenza delle zone di anomalia magnetica. Anche nell’area denominata EFGH viene osservato che alle risposte positive del GPR, sul margine sud dell’area e su quello nord, corrisponde una fortissima anomalia magnetica. Comparando i risultati delle aree ABCD e EFGH a quelli ottenuti per il sito3, scrivono, “si può concludere che gli apici degli oggetti sepolti sono collocati a una profondità variabile tra circa 0,8 e 2 metri”.

Le situazione a Pisticci. Anche nell’area industriale diPisticci le misure preliminari evidenziano fenomeni di contaminazione del suolo. L’attenzione dello studio si focalizza all’interno della Pista di volo Mattei dove vengono fatte in due aree tre mappe magnetiche e molti profili GPR. In quello che viene chiamato “sito1”, localizzato sopra una vecchia discarica di rifiuti, viene mappata una zona di 50x20metri quadri dove c’è un’ampia anomalia magnetica nella parte centrale (segnalata con ellisse nera, ndr). L’anomalia, in corrispondenza d’una disomogeneità del terreno, non sembra avere una geometria ben definita, e ciò dicono, si spiega con la presenza di materiale sparpagliato fortemente magnetizzato. Un’altra anomalia ben definita viene riscontrata nella sezione destra del sito. Questa volta però, attraversa l’intera area, e ciò potrebbe essere dovuto alla presenza d’un esteso corpo magnetizzato nel sottosuolo. In una seconda fase venne studiata l’area per ottenere informazioni sulle proprietà magnetiche del segnale. Le misure misero in luce valori elevatissimi di “sensibilità magnetica” in corrispondenza delle anomalie, e ciò scrivono, verosimilmente perché la sorgente di contaminazione identificata era unica, ed era localizzata a una certa profondità. Vennero allora effettuate altre misurazioni in siti adiacenti l’area. In una “l’anomalia magnetica dipolare”, affermano, è così evidente da far parlare di intensità concentrata nella parte superiore dell’area con valori davvero elevati, ed dovuta, quasi certamente come nel caso di Ferrandina, “alla presenza di bidoni metallici nel sottosuolo”.