Tempa Rossa, mobilitazione a Taranto in sintonia con quella lucana

17 luglio 2014 | 10:31
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Tempa Rossa, mobilitazione a Taranto in sintonia con quella lucana

“La mobilitazione dei cittadini di Taranto che rivendicano innanzitutto maggiore ed adeguata informazione sull’impatto del Programma Tempa Rossa sulla città e il porto di Taranto si salda perfettamente a quella delle comunità della Val d’Agri e del Sauro, in Basilicata, a tutela del territorio, dell’ambiente e della salute delle popolazioni residenti nel comprensorio petrolifero lucano”. E’ quanto afferma Luciano Pisanello, della segreteria nazionale di Italia dei Valori, sottolineando che “non è certamente casuale l’apertura, nei mesi scorsi, a Taranto del presidio di legalità: un luogo dove far confluire il “bisogno” di legalità di una comunità che, soprattutto per la “vicenda Ilva”, deve tornare a credere in uno stato di diritto e garanzia, traducendo la sete di giustizia del territorio in concreta azione politica. Le identiche questioni che – continua – sosteniamo da tempo in Basilicata e che ci porteranno a breve ad un’iniziativa per un presidio di legalità anche in Val d’Agri. Dunque una battaglia comune tarantini-lucani perché l’estrazione prima e il processo di lavorazione-trasporto poi del petrolio non possono e per noi non devono avvenire “ad ogni costo” sacrificando sull’altare di interessi politici ed economici quelli dei cittadini. Nello specifico, il cittadino lucano è vittima di una beffa di fondo:  il riconoscimento di una percentuale territoriale di ristoro economico (compensazione ambientale?) a fronte delle estrazioni petrolifere. Assume perciò un rinnovato interesse l’incontro che il Ministro Guidi ha concordato con il Governatore lucano Pittella per il 23 luglio prossimo. In quella sede diventa prioritario rivendicare e ottenere la modifica del  DLG 625/96  e delle sue ricadute reali sul territorio. Per questa ragione – continua l’esponente nazionale di IdV – necessita un confronto serrato, associando gli enti locali, le comunità locali della Val d’Agri e del Sauro per sbarrare la strada all’ipotesi che sia il Ministero per lo Sviluppo Economico a gestire ed orientare progetti e programmi di spesa attraverso una sorta di prova generale della riforma del titolo V che, secondo il disegno del Governo Renzi, assegnerebbe ogni funzione e compito, in materia energetica, allo Stato, esautorando Regione e comunità locali”.