Senise, i cittadini dicono no al nuovo impianto per il trattamento di rifiuti

29 luglio 2014 | 11:10
Share0
Senise, i cittadini dicono no al nuovo impianto per il trattamento di rifiuti

I cittadini di Senise, in provincia di Potenza, sono nettamente contrari alla realizzazione dell’“Opificio per il trattamento dei rifiuti solidi urbani” in contrada S. Lucia. Per questo motivo con una petizione chiedono al presidente della Giunta Regionale di Basilicata, Marcello Pittella, e al sindaco di Senise, Giuseppe Castronuovo, di sospendere il rilascio di ogni autorizzazione e di mettere in atto ogni azione per impedire la costruzione dell’impianto. L’area prescelta-sostengono i cittadini nella petizione-è inidonea per motivi sociali, urbanistici, ambientali e paesaggistici oltre che per la precarietà statica dei terreni, a tal proposito l’asserita idoneità del luogo indicato o è stata dichiarata da chi non conosce il luogo o è stato dichiarato il falso; La scelta produttiva è inopportuna, obsoleta, dannosa e antistorica in quanto i moderni orientamenti in materia sono finalizzati al riciclo e recupero dei materiali; Produrre e bruciare CSS e CDR fa aumentare la tassa sui rifiuti a carico dei cittadini; L’incenerimento dei rifiuti, trattati e non- si legge ancora nella richiesta di sospensione- è dannoso per tutti gli esseri viventi e la legge di iniziativa popolare “Rifiuti Zero” (per la quale è in corso una raccolta firme in tutta Italia) mira, per l’appunto, alla progressiva chiusura di tutte le discariche (comunque denominate) e di tutti gli inceneritori, una volta che la raccolta differenziata, il riciclo e il recupero ridurranno a percentuali ad una cifra la produzione di rifiuti non riciclabili. Nelle aree adiacenti a quella individuata insistono n° 15 (quindici) imprese agricole tutte impegnate in produzioni agrarie e zootecniche certificate e di qualità, la gran parte gestite, di fatto, da giovani; I previsti 53 posti di lavoro non compensano i danni ambientali né giustificano la perdita di altrettanti posti di lavoro oggi impegnati nelle suddette aziende agro-alimentari; L’area prescelta è confinante con due parchi nazionali (Pollino e Val d’Agri) e con la riserva d’acqua dolce più grande d’Europa (Diga di Monte Cotugno)”.