Rifiuti, Fenice-Edf chiede di bruciare di più

28 luglio 2014 | 16:57
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Rifiuti, Fenice-Edf chiede di bruciare di più

Sul sito ufficiale del Comune di Melfi è stata pubblicata una richiesta di aumento della quantità di rifiuti urbani da smaltire presso l’inceneritore Fenice-Edf. Fenice Ambiente srl vorrebbe bruciare 3.000 tonnellate in più all’anno. Richiesta, che per quanto ci riguarda, è “anomala” 

e decisamente fuori luogo. Perché chiedere di bruciare una maggiore quantità di rifiuti solidi urbani se la tendenza dei comuni è verso la riduzione? Con quale criterio si stabilisce una quantità se ancora non c’è un nuovo piano regionale dei rifiuti? Una richiesta che di fatto “snobba” completamente quanto stabilito dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) rilasciata della Regione Basilicata dove si confermano le quantità di 30.000 tonn/anno per i rifiuti urbani e 35.000 tonn/anno per i rifiuti industriali pericolosi. Una richiesta formulata da chi gestisce un impianto che inquina da oltre 12 anni e che, come confermato dalle ultime tabelle di monitoraggio pubblicate sul sito dell’ARPAB, continua ad inquinare le falde acquifere con Nickel, Manganese, Ferro, Fluoruri e VOC. Qualche mese la Regione Basilicata ha sprecato un’occasione per poter porre fine a questa scandalosa vicenda, bastava negare il rilascio dell’AIA. Ci ritroviamo invece nella stessa situazione di 5 anni fa, quando è scoppiato il caso Fenice-EDF, senza aver compiuto alcun passo in avanti. Anzi no. Oggi ci sono le denunce dei lavoratori che confermano la pericolosità di quell’impianto, in primis per la loro salute, di conseguenza per le popolazioni che vivono in prossimità. Eppure continua ad operare e addirittura chiede di bruciare di più! Richiesta che va assolutamente respinta. Piuttosto si diano risposte a queste domande: il sito di San Nicola di Melfi è in sicurezza oppure no? Viene rispettato l’art. 240 del DLgs 152/06? Quali sono i livelli di diossina presenti nell’ambiente circostante? Qualcuno, a partire dagli assessori regionali Aldo Berlinguer e Flavia Franconi, fino ai sindaci dei comuni di Melfi e Lavello, dia una risposta. Comitato Diritto alla Salute