“Qual è il compito dei bambini? Essere migliori degli adulti”

Non riesco a togliermi dalla testa questo piccolo stralcio di conversazione tra un bimbo di 7 anni e sua madre.
E non ci riesco perché spesso siamo proprio noi adulti che non riusciamo a fare in modo che i bambini possano essere migliori di noi. Nell’inferno creato dagli adulti si sta disintegrando il futuro di milioni di innocenti. A Gaza come in Israele, nei cieli ucraini, in Uganda come in Congo. I missili che hanno spento il sorriso di 80 bambini che si trovavano a bordo dell’aereo malese colpito nei cieli dell’Ucraina cos’altro sono se non lo specchio della nostra incapacità a mostrare loro la strada per il futuro? Quel missile che ha spento per sempre il sorriso di 4 bimbi che giocavano a pallone su una spiaggia a Gaza cos’è se non la nostra incapacità a custodirli come gioielli dal valore inestimabile? Quelle armi vigliacche che si sono accanite sui ragazzini israeliani cosa sono se non la nostra paura che potessero essere migliori di noi? Nelle guerre non ci sono buoni e cattivi, vinti o vincitori. La guerra è morte. Con quei bambini uccisi in Israele a Gaza e in Ucraina muoiono il giorno e il mondo. Muore il futuro. Moriamo noi che uccidiamo i nostri stessi figli. Noi che abbiamo bisogno di vedere piccoli corpi straziati per sentirci coraggiosi e comprendere quanto atroce e vigliacca sia la guerra. Il coraggio non è puntare le armi contro un bambino. E un’altra cosa. Per esempio quello di una madre che sprona suo figlio ad essere migliore di lei.