Oltre il muro: storie di ordinaria quotidianità in Palestina

31 luglio 2014 | 12:25
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Oltre il muro: storie di ordinaria quotidianità in Palestina

E’ vero, la pace è possibile solo se si resta umani, ma da tempo, e più o meno ogni due anni, per difendersi l’esercito di Israele (IDF, ndr) bombarda la Striscia di Gaza. Sembra strano che l’intelligence più all’avanguardia e più foraggiata economicamente nel mondo non riesca a fermare i razzi con azioni meno cruente. 

Di solito l’IDF usa nomi altisonanti per tali operazioni da film horror, a volte addirittura poetici, quasi a voler camuffare col linguaggio della bellezza il puzzo di carni dilaniate e bruciate dal fosforo, i bambini trucidati, la brutta fotografia di intere famiglie sterminate. E puntualmente ritorna di moda in tv radio giornali e social il conflitto isaelo-palestinese. Una retorica audiovisiva che di solito non attenziona mai la West Bank in cui le stesse associazioni israeliane, non molte ma ci sono per fortuna, denunciano i soprusi dei diritti umani. Guerra o no in West Bank la vita continua, scorre inesorabile nel suo declino di violenza psicologica su adulti e minori, nella limitazione dell’esistenza e delle libertà individuali (lavoro, sanità, istruzione, viabilità, uso di risorse, ecc), nella conquista pezzo per pezzo della terra chiamata Palestina da parte di coloni israeliani a cui si paga di tutto per facilitargli il compito. Diamo spazio a questa realtà, per mostrare cos’è la quotidianità nei Territori occupati, il modo in cui si vive, e come si rappresenta attraverso il gioco, l’Arte, e il disegno infantile la distorsione della vita in atto e il fortissimo stress a cui da sempre la popolazione palestinese è sottoposta. Senza polemizzare su torti e ragioni d’un conflitto, di per sé assurdo come altri (e come altri i parametri per leggerlo devono considerare il controllo delle risorse nell’area, idriche e gas soprattutto, ndr), bisogna farsi qualche semplice domanda. Se venissimo picchiati davanti moglie e figli a un checkpoint? Se fossimo perquisiti tutti i santi giorni ore e ore prima d’entrare nella nostra terra? Se non potessimo portare avanti attività commerciali, artigianali, imprese? Se non riuscissimo a far bere acqua ai nostri figli? Come ci comporteremmo?