Tecnoparco, “O Pittella ferma i camion o blocchiamo la Basentana”

9 giugno 2014 | 18:15
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Tecnoparco, “O Pittella ferma i camion o blocchiamo la Basentana”

Fortissime le dichiarazioni rilasciate dal sindaco Di Trani durante il pubblico dibattito organizzato a Pisticci Scalo il 7 giugno dal Comitato Pisticci Scalo Pulita. L’intervento in apertura dell’ingegnere Capece ha rimarcato il carattere intimidatorio assunto dalle recenti azioni legali intraprese da Tecnoparco verso un gruppo di attivisti e giornalisti lucani e non, che hanno osato stabilire un nesso tra alcuni fenomeni inquinanti e la presenza di Tecnoparco, infatti l’ing. Capece ha parlato di “mafia di stato”, preannunciando ulteriori azioni legali contro Tecnoparco stessa. Successivamente, indigeribile anche per lo stomaco più duro, l’intervento dell’on. Latronico che in un meschino tentativo di ricostruzione della verginità parla di omissioni e ritardi inaccettabili nella Val Basento, ove ci vuole oggi più che mai un rilancio economico e di legalità. Lui, il baffo d’oro del berlusconismo, colui che negli ultimi 4 anni, mentre la Val Basento moriva, si è curato solo di: memorandum, art. 16, card carburanti ed hub energetico, si perché nel 2013 l’On. Latronico pur avendo ricevuto risposta scritta ad una sua interrogazione dall’ex ministro all’ambiente Orlando, circa la grave contaminazione di acque e suoli tra Tito e Val Basento, mesi dopo dichiarava che la Basilicata doveva diventare un hub energetico. Incisivo l’intervento del Sindaco Di Trani a cui bisogna riconoscere una grande attenuante: essere il sindaco del comune più contaminato di Basilicata. E’ tornato il sindaco dell’anno scorso che prometteva di “chiudere i rubinetti” della reiniezione di Tecnoparco, a cui dopo era subentrato il sindaco dell’estensione delle royalties, di chi voleva combattere la morte col denaro e considerava Tecnoparco l’anello conclusivo della filiera petrolifera, mentre l’ultimo anello era il camposanto. Dopo è arrivato il sindaco del sostegno elettorale a Pittella, sostegno rimarcato nel dibattito del 7 giugno sia dall’Ing. Capece che dal sindaco Di Trani, appoggio di cui oggi l’amministrazione comunale pisticcese si pente perché addirittura ignorata dal Presidente Pittella. Il 16 giugno scadrà l’ultimatum del sindaco Di Trani, la cui richiesta è l’interruzione del traffico dei mezzi pesanti che dalla Val d’Agri porta quotidianamente i fanghi reflui a Tecnoparco. Se il Sindaco non riceverà adeguata risposta ci saranno le immediate dimissioni del primo cittadino e del Consiglio e successivo blocco del traffico sulla Basentana. Su Di Trani sindaco si possono dire tante cose, sull’uomo no: è un medico, lasciato solo con una bomba ambientale sotto la poltrona, che non ha ricevuto sufficienti rassicurazioni tecnico-legali sulle conseguenze di una sua eventuale ordinanza sanitaria, figlio di quella Pisticci Scalo che sta morendo sotto i colpi incessanti dei tumori e delle inefficienze di magistratura e Regione Basilicata, nonché di una legislazione ambientale che chiede agli inquinatori di bonificare, monitorare e redigere i piani di rischio sanitario. A Pisticci Scalo non si dovrebbe più né vivere, né lavorare, né coltivare e forse neanche morire ma nessuna istituzione vuole prendersi la responsabilità di mettere nero su bianco questa affermazione già trapelata implicitamente dalla tanto secretata conferenza di servizi del 25 marzo scorso. Di Trani si gioca tutto, perché non fare il blocco vorrà dire perdere una possibilità storica per la democrazia in Basilicata, farlo vorrà dire aprire una nuova pagina di vera partecipazione che necessiterà di grande oculatezza nella definizione delle richieste che saranno alla base del blocco stradale stesso, unitamente a tutte le implicazioni politiche ed economiche che scaturirebbero da un blocco vero, forte e prolungato. Un caro amico mi ha detto che un noto ed importante allevatore della zona è stato recentemente vittima di un ricovero ospedaliero, soggiorno allietato dalla visita di ben tre assessori regionali: chiedo a Pittella se sia così spontaneo e scevro da dietrologie di sorta la visita in ospedale di tre assessori regionali esterni ad una persona che forse dalla politica più che giustizia per la sua terra aspetta tutela per i propri interessi. Questo schifo non mi appartiene, e la feccia istituzionale o meno che sia, va sanificata una volta per tutte. In bocca al lupo a chi in questi tempi ha le idee chiare.