La cupola dei rifiuti ci sta ammazzando

7 giugno 2014 | 15:57
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La cupola dei rifiuti ci sta ammazzando

I rifiuti sono la gallina dalle uova d’oro. Qualcuno lo sa da decenni. Faccio una società con i miei familiari e con i miei fiduciari

Un capitale di diecimila euro, l’autorizzazione al funzionamento e via. Posso gestire centinaia di migliaia di euro come fossero noccioline. A volte si tratta di milioni di euro. Il business intorno alla monnezza è la vera questione lucana. Non si sa che fine abbia fatto il nuovo Piano rifiuti della Regione Basilicata. Non si capisce perché l’immondizia continua a finire in discarica. Non è chiaro quell’ampliamento della discarica di Corleto Perticara che deve “ospitare” rifiuti petroliferi. Tre milioni di tonnellate. Intanto loro, quelli che hanno davvero le mani in pasta, quelli che si sono arricchiti sullo “smaltimento” dei rifiuti di ogni specie, pensano ai conti in banca. I loro conti. Un sistema chiuso, fatto di società ambigue, i cui amministratori sono spesso casalinghe o familiari senza reddito. E’ davvero difficile immaginare che queste cosiddette imprese  nulla abbiano a che fare con ambienti politici i quali fanno di tutto per favorirle. Fantasticando come in un romanzo si potrebbe dire che in queste società i soci occulti sono più potenti degli amministratori che appaiono sulle visure camerali. Sempre romanzando, si potrebbe dire che certi personaggi a capo della giostra dei rifiuti si conoscono bene, si incontrano in ristoranti fuori regione. E tra un piatto di pesce e un vino nobile decidono molte cose. Il vero grande affare che coinvolgerebbe politici e cosiddetti imprenditori è dunque nella gestione dei rifiuti. Quei rifiuti che ci ammazzano. In un romanzo scriverei che esiste una cupola con a capo taluni imprenditori, legati ad amici e parenti politici, i quali decidono gli affari e convincono la politica. Gente che circola nei corridoi delle istituzioni e si permette anche il lusso di intimidire qualche funzionario onesto. Queste persone in camicia bianca e cravatta azzurra sono la mafia lucana. Gente a capo di importanti organizzazioni, con le mani in pasta nelle banche e nelle industrie. Gente che siede nei banchi del Consiglio regionale, nominata da un partito. Ecco, tutto questo scriverei in un romanzo di fantasia. Gli intrecci tra consorzi industriali, imprenditori che mangiano il pesce in Puglia, le filiere occulte dei rifiuti, il finto smaltimento, l’evasione dell’iva, i fondi neri, le tangenti e certe morti strane. Scriverei delle baldorie notturne a colpi di ragazzine, come in un goliardico “noi siamo i furbi e ci godiamo la vita”. Si sappia che certi simboli parlano più delle parole. Cari mammasantissima della Cupola dei rifiuti, il vostro sistema di protezione è davvero debole. Correte ai ripari.